BARI – Nel post gara del match giocato dal Bari in casa contro la Vibonese, valevole per la quattordicesima giornata di serie C, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo il match.
« Le sconfitte hanno un peso importante sulla testa dei giocatori – ha esordito l’allenatore del Bari – e nel primo tempo si è visto. Eravamo poco liberi mentalmente e forse ci si preoccupava un po’ troppo degli avversari, mentre nel secondo tempo ci siamo sciolti e abbiamo giocato una buona mezz’ora, creando i presupposti per raddoppiare. Se poi la partita non le chiudi, alla fine può succedere di tutto. Nel complesso abbiamo però concesso veramente poco, se non un tiro da fuori area e nella ripresa un rimpallo e un’azione su calcio d’angolo in occasione della quale credo ci fosse fuorigioco. Forse mi sarei aspettato di più, ma so che nei momenti in cui non sei libero di testa puoi fare più fatica».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola”: «Nel primo tempo abbiamo giocato la palla un po’ troppo lentamente e abbiamo sbagliato tante palle in uscita, palle appena riconquistate e subito ridate a loro. Sotto l’aspetto della predisposizione a giocare, ci abbiamo però provato forse più di altre volte. A Di Gennaro avevo chiesto di lavorare alle spalle dei due attaccanti e lui è andato anche a cercar spazio in ampiezza. Molto spesso l’abbiamo trovato, però magari poi si è perso palla e si è finito per non avere filtro davanti. Ci siamo abbassati e abbiamo lavorato abbastanza bene di squadra, senza concedere molto. E’ chiaro che mi aspetto di più anche dalle ripartenze. Da una di queste è nato il gol, propiziato da una giocata di qualità di Antenucci e Botta. In un’altro paio di azioni abbiamo avuto delle situazioni di “uno contro uno” in area di rigore, ancora con Botta e con Antenucci. Nella ripresa ci siamo sciolti e loro ci hanno concesso più spazi per uscire palleggiando. Abbiamo trovato soluzione, ma dobbiamo chiudere ed essere più cattivi davanti alla porta».
Secondo il 49enne di Genova l’aspetto mentale è davvero fondamentale: «Tutto parte dalla testa e, se ti incupisci, fai più fatica. Se invece riesci ad essere libero, tutto viene in modo più semplice. Dobbiamo pensare che nulla viene per caso, che le partite si devono giocare e conquistare e che tutti fanno il possibile per metterti in difficoltà. Dobbiamo avere però anche la consapevolezza e la forza mentale di sapere che gli ostacoli si possono superare e che bisogna mettere in campo quella qualità per farci fare il salto di qualità e vincere le partite».
A chi gli ha chiesto come mai si sia sofferto più del dovuto, l’ex Modena e Siena ha avuto qualcosa da eccepire: «Io non ho visto tutta questa sofferenza. Abbiamo effettivamente concesso qualcosa e Gigi Frattali è stato bravissimo in alcune circostanze, ma si è trattato di un mezzo rimpallo e poco più. Alla fine poi, quando loro si sono alzati maggiormente con gli attaccanti ed hanno buttato palla in avanti, qualcosa può succedere, anche con palle inattive. Forse abbia gestito male la palla negli ultimi 10-15 minuti perché avevamo a disposizione Marras che era fresco e avremmo potuto far male. Ala fine, nell’ultima ripartenza abbiamo trovato il rigore. Si può sempre fare meglio però non è sempre facile. Devo essere bravo a far stare i ragazzi tranquilli a far capire loro che ci possa stare un incidente di percorso. Il campionato è lunghissimo e dobbiamo pensare solo a noi. Se stiamo tranquilli, sicuramente verranno fuori prestazioni di livello superiore».
Quanto ad alcuni singoli: «De Risio? E’ un grande professionista. Si è sempre allenato, anche quando era fuori lista. Quando è stato possibile gli abbiamo concesso di stare col gruppo e oggi sta bene. Oggi avevo bisogno di mettere fisicità in mezzo al campo perché ad un certo punto ho visto stanco Di Gennaro e Maita ha accusato un piccolo problemino. Era quindi questa un’occasione per farlo ritornare in campo e lui ha svolto il compito che doveva fare. Del resto non è mai facile dopo tanto tempo entrare in campo a pochi minuti dalla fine, in una partita ancora in bilico. D’Errico? Secondo me in questo momento non sta meglio di altri e io devo fare delle scelte. Non giochiamo mica in 10 se non metto dentro un elemento in particolare. Se non gioca uno, gioca un altro che sta meglio e che puoi dare un contributo maggiore alla squadra».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sul pubblico: « E’ stata una grande soddisfazione avere i nostri tifosi sugli spalti. E’ stato bello e ha fatto davvero un bell’effetto. Ci sono stati vicini e ci hanno incitato. Anche nei momenti di difficoltà non hanno mai smesso di cantare».
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