BARI – A due giorni dal match esterno che il Bari disputerà contro la Turris, in programma domenica alle ore 17:30, Gaetano Auteri ha incontrato oggi virtualmente i giornalisti per la consueta analisi pre partita.
Nella solita videoconferenza stampa trasmessa sui propri canali ufficiali dal club dalla sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dal siracusano tornato sulla panchina dei pugliesi dopo l’esonero di Carrera: «Sono contento di essere tornato e sarei felicissimo di riuscire a dare una mano importante a centrare un traguardo ambito, per quello che è il mio ruolo e per quelle che sono le mie responsabilità. Tutti sappiamo che non sarà facile, che ci aspetta un percorso complicato (e lo sarebbe stato anche da secondi, giusto con qualche difficoltà potenziale in meno), ma nessuno di noi ha voglia di mollare o paura di confrontarsi con l’avversario, partendo dal presupposto che le partite si vincono in campo. Come ho vissuto l’esonero? Faccio da tanto questo lavoro e sul piano umano ci si abitua a subire talvolta delle cose che non si ritiene giuste. Questo però serve a poco in questo periodo e non è mia intenzione fare polemiche. In questi due mesi e mezzo in cui mi sono fermato ho visto solo calcio, osservando partite di tutte le categorie, comprese quelle di tutti i gironi della serie C. Questo è quello che mi piace fare. Nella mia carriera è la quinta volta che succede di essere richiamato e probabilmente questa curiosità statistica avrà un qualche valore. Evidentemente coloro i quali sono subentrati hanno perso il confronto, ma per carità, lo dico col massimo rispetto verso tutti i colleghi».
L’allenatore del Bari è poi tornato brevemente sugli ultimi momenti prima di essere sollevato dall’incarico dalla società: «Le partite precedenti al mio esonero ce le ricordiamo. Quella a Teramo fu una gara indescrivibile, che difficilmente si potrà ripetere considerando i tanti episodi negativi tutti concentrati in un solo match. Anche contro la Viterbese avremmo meritato di fare punti, ma ormai tutto questo appartiene al passato. Cosa mi indice ad essere positivo? Il fatto che, al di là di non aver espresso sempre continuità, questa è una squadra forte, con grandi qualità dal punto di vista dello spessore morale, fatta da uomini, da persona perbene e da grandi professionisti. Lo dico ora, ma l’ho detto anche in passato. Li ho visti lavorare in campo e credo che problemi gravi o grandi da risolvere non ce ne siano. Sono certo che d’ora in poi avremo un’altra faccia. I playoff? sono minitornei da “dentro e fuori”, in cui ci si gioca tutto in pochi giorni, e un pizzico di buona sorte è fondamentale proprio perché non c’è il tempo per rimediare alle situazioni negative. Abbiamo però tante armi in nostro possesso che ci possiamo giocare e possiamo mettere sul piatto. Non sempre nel calcio si può dire esattamente ciò che si pensa, però dal punto di vista della coscienza, i calciatori non sono stupidi e sanno la verità. Loro hanno la certezza che insieme potremo andare avanti e che faremo prestazioni importanti. Sono certo che saremo fortemente competitivi».
Quanto al lavoro svolto negli ultimi giorni con la squadra: «Da quando sono rientrato abbiamo fatto 4-5 giorni di lavoro e ho ritrovato una squadra un po’ pessimista moralmente, ma questo è un po’ normale. Ho notato un po’ di negatività. Avevo lasciato un gruppo molto unito, affiatato e compatto dal punto di vista delle motivazioni, perseverante e determinato, caratterizzato da un grande senso di appartenenza e l’ho ritrovato con qualche “dispersione”, fortunatamente circoscritta a qualcuno. A volte alcune cose si fanno in modo inconscio, soprattutto quando la stagione prende una piega negativa. Si comincia a non essere più positivi e, soprattutto nel caso di chi è in prestito, si comincia a pensare involontariamente che tra poco sarà tutto finito. Ho dato una scossa e ho trovato subito le porte aperte e terreno fertile perché questo è un gruppo che ha voglia e qualità».
Di segnali positivi, però, il siciliano ne ha notati: «Ci siamo concentrati sul campo e, dopo qualche allenamento, è ritornata la positività. Abbiamo ripreso dei concetti che conoscevamo e questo lavoro proseguirà nelle prossime settimane. Di questi giorni di lavoro sono molto soddisfatto anche perché ho trovato grande disponibilità da parte dei calciatori. Questa è una squadra che ha qualità, l’ho detto anche prima e lo ripeto ora, anche se in questo momento non siamo al completo perché manca qualcuno. Nessun giocatore in questo gruppo tira a campare o è venuto a Bari pensando di venire a svernare. Come giocheremo? Al di là dei numeri che dipendono delle formule, dall’organico che si ha a disposizione, dalla forma dei giocatori. Alcuni hanno una condizione migliore rispetto ad altri e quindi giocheremo cercando di fare le partite, di alzare i ritmi e di avere idee di gioco che ci portino a creare e a non concedere».
Quello contro i campani è un appuntamento importante per capire come la squadra abbia reagito all’esonero di Carrera e il mister dei biancorossi ne è consapevole: «A due giornate dalla fine, per tutte le squadre le partite diventano determinanti e sono delle finali. Le partite diventano toste dal punto di vista agonistico. La Turris non è ancora salva, sebbene lo sia probabilmente al 90%, ma questo cambia poco. Se mi preoccupano le “condizioni ambientali”? Siamo nel 2021 e ormai alcune cose appartengono al passato e non ci sono più, neanche a Torre del Greco. Le partite durano 100 minuti, durante i quali si possono giocare tante partite diverse. Di sicuro non dovremmo soccombere dal punto di vista agonistico, ma non basterà essere soltanto forti e competitivi sotto questo aspetto. Occorrerà mettere nella gara anche altre componenti di cui dobbiamo prendere coscienza. Dovremmo andare a sviluppare una partita da “dentro o fuori”, puntando a vincere, Solo così potremo giocarci le residue briciole di possibilità di poter guadagnare il terzo posto nel nostro girone oppure potenzialmente poter essere la migliore quarta. Abbiamo il dovere di farlo, sebbene obiettivamente non ci siano tante possibilità, ma abbiamo voglia di onorare questa maglia e di arrivare fino in fondo».
A chi gli ha chiesto un giudizio su tre elementi in particolare, il 59enne di Floridia ha provato ad esprimere il proprio pensiero: «Mercurio? Non vorrei dire pubblicamente tante cose di lui, perché magari potrebbe perdere di vista il senso della realtà. E’ un classe ’03 ed è un ragazzo sfrontato, che ha qualità importanti e che mi ha sorpreso molto positivamente. L’ho conosciuto in questi giorni ed è chiaro che non bisogna dargli tante responsabilità. Cianci? L’ho allenato per la prima volta questa settimana sebbene lo conoscessi ovviamente già da prima. Ho avuto conferma di aver di fronte un giocatore molto motivato che però negli ultimi 3-4 anni della sua carriera non ha mai espresso al massimo le tantissime ed elevatissime qualità che ha. In questo momento è al 50% ed ha bisogno di essere allenato bene, di avere continuità di lavoro ed è un giocatore su cui punto. Antenucci? E’ un giocatore forte ed integro, ma non mi piace dare o far pensare la propria responsabilità in più su alcuni giocatori di questo gruppo. L’unico responsabile sono io!».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione circa la possibi8lità che ci siano i presupposti per gettare le basi di una continuità tecnica futura: «Secondo me ci sono tutti i presupposti per continuare, ma preferisco non pensarci perché gli accordi e i contratti non hanno mai avuto grande valore e si sta bene insieme. Non ho mai voluto fare matrimoni “a tutti i costi”. Tutti noi abbiamo commesso degli errori durante questa stagione, nel fare valutazioni e riflessioni. Forse hanno anche pesato la costruzione del gruppo fatta a rilento, alcune frenesie nelle scelte e forse la normale non pazienza della piazza. Il percorso incredibile e i risultati pazzeschi conseguiti dalla Ternana, a cui faccio i miei più sinceri complimenti per la vittoria di questo campionato, ha probabilmente messo grande pressione a tutto l’ambiente».
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