BARI – Nel post gara della sfida tra Bari e Palermo, valevole per la terzultima giornata del girone C del campionato di serie C e terminata 2-2, Massimo Carrera ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo il match.
«Nell’ultima mezz’ora penso che i ragazzi abbiamo fatto una buona partita – ha esordito l’allenatore del Bari – anche sotto il profilo della prestazione caratteriale. Nel primo tempo abbiamo faticato a giocare e in noi ho visto un po’ di timore. Abbiamo preso il primo gol e nella ripresa anche il secondo, situazioni che hanno fatto aumentare il nostro malumore. Però siamo riusciti a dimezzare lo svantaggio e nella squadra, che prima era bloccata mentalmente, è scattata una scintilla che ci ha dato più forza e coraggio per andare a cercare il pareggio prima e la vittoria poi. Alla fine ne è venuto fuori un pari, ma dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno. Non mi accontento del quarto posto, ma un punto è meglio di nessuno e, se in una partita in cui stai sotto 2-0, riesci a pareggiare vuol dire che questa squadra ha qualcosa. Proprio da questo qualcosa dobbiamo ripartire e andare in capo sempre così».
Il mister dei biancorossi ha poi sottolineato l’importanza che hanno avuto le sostituzioni ordinate dopo il 2-0: «I cambi servono a dare una svolta alle partite e quindi faccio i miei complimenti a coloro i quali si sono fatti trovare pronti quando sono stati chiamati ad entrare. Questo è ciò che devono fare chi siede in panchina. Se l’ingresso di un giovane come Mercurio ha dato qualcosa in più in termini di volontà? Può aver rappresentato certamente una scintilla che può far scattare qualcosa di diverso. Abbiamo giocato infatti con più incoscienza e con più libertà mentale nel fare la partita. Le disattenzioni difensive? C’è bisogno di lavorare e di andare in campo tranquilli, sapendo che si può sbagliare e che il calcio è fatto anche di errori».
Qualcosa sembra essere cambiata nel finale anche perché il mister ha iniziato ad arrabbiarsi a bordo campo, come forse non era mai successo in passato. «La squadra ha bisogno anche di questo – ha ammesso l’ex AEK Atene – anche perché purtroppo non c’è la presenza dei tifosi e in qualche modo devo cercare di alzare l’asticella. Cerco di dare una mano al gruppo, come se fossi anche io in campo insieme a loro, invitando anche a giocare in modo semplice, senza rischiare ed esagerare la giocata. Penso che il mio apporto sia importante anche in tal senso».
Quanto al “dietrofront” tattico deciso all’inizio del secondo tempo, quando la difesa si è sistemata a 4, fanno pensare ad una bocciatura del 3-5-2, ma il 56enne di Pozzuolo Martesana è di diverso avviso: «Non è uno schema tattico che intendo accantonare. Semplicemente non mi convinceva perché non riuscivamo a fare le cose che avevamo provato in allenamento e non eravamo fluidi nella manovra. Quindi ho preferito cambiare modulo. L’uscita di Ciofani? Nessuna scelta tecnica particolare, il ragazzo ha accusato un problemino alla coscia che valuteremo nei prossimi giorni. Cianci? Ha lavorato a parte tutta la settimana e si è allenato con noi solo venerdì e sabato. Per salvaguardarlo, ho quindi preferito farlo partire dalla panchina. Antenucci è sembrato un po’ avulso dalla manovra offensiva? Certamente è stato merito degli avversari che sono riusciti a chiudergli gli spazi, ma anche demerito nostro a non cercare di servirlo nella giusta maniera».
Il tecnico dei galletti ha concluso il proprio intervento parlando della mentalità della sua squadra in ottica playoff: «Penso che il Bari ce l’abbia. Anche oggi l’approccio è stato giusto e la squadra in campo ha corso e lottato. Purtroppo poi ci sono state delle situazioni negative, ma abbiamo avuto la forza di rialzarci passando dall’Inferno al Purgatorio. Questi sono segnali importanti, a testimonianza che la squadra c’è e ha qualcosa da dare e da dimostrare. Il campionato non è finito e c’è ancora un obiettivo a portata di mano».
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