Oggi é andata in onda la prima puntata stagionale della trasmissione “Fever of Bari” condotta da M.Mancino, coadiuvato da F.Margiotta . Nel corso del programma, in diretta su Media Tv, è intervenuto telefonicamente Franco Cirici , giornalista della Gazzetta dello Sport.
Buon pomeriggio Franco, finalmente parliamo di calcio “serio”; il Bari è tornato tra i professionisti. Che idea ti sei fatto subito di questa squadra, dopo la brutta sconfitta di Avellino?
“E’ una sconfitta che non pesa, si tratta di Coppa Italia ad Agosto. La cosa che mi dispiace e che non trovo assolutamente equilibrata è la posizione della piazza nei confronti del tecnico; positiva dopo la vittoria con la Salernitana e il Pisa, un dramma dopo l’immeritata sconfitta con l’Avellino su rigore in una partita particolare e ricca di episodi a sfavore. Tutti dimenticano in fretta gli investimenti della società, l’ambiente non fa tesoro del suo passato. Ricordiamoci che tredici mesi fa il Bari era un’entità sconosciuta dopo il terribile fallimento“.
E’ stato giusto sperimentare ad Avellino la formazione in vista dell’inizio del campionato?
“ Certo. E’ giusto che Cornacchini abbia provato i calciatori della sua rosa. Nell’ottica della sperimentazione, io avrei fatto giocare un pó di più Ferrari e D’Ursi, due ottimi professionisti”.
Secondo te Cornacchini è l’allenatore giusto per questa squadra con questo enorme potenziale? Come mai la piazza non ha mai preso in simpatia il mister marchigiano?
“Mi aspettavo e continuerò ad aspettarmi molte critiche al mister, mai amato dal popolo biancorosso. Bari ama quelli che se la sanno comprare. Faccio degli esempi: Maran, allenatore molto bravo, ma non amato dalla piazza. Ricordiamoci di Nicola, esonerato nonostante avesse ottenuto 35 punti in 18 partite e il 3’ posto momentaneo in classifica e Carboni, che riuscii ad ottenere un’inaspettata salvezza nonostante i gravissimi problemi finanziari della società. Al contrario, invece, Fabio Grosso che ci ha fatto vedere il peggior calcio degli ultimi anni. E’ stato tanto osannato e difeso più volte a spada tratta perchè campione del mondo. E per finire non dimenticherò mai Eugenio Fascetti, grandissimo amico, che ha vinto moltissime partite in 5 anni e mezzo di serie A. Ricordo ancora la vittoria a Milano. In quegli anni abbiamo assistito a un buon calcio; era un ottimo allenatore, ma purtroppo è stato sempre odiato dalla piazza barese perchè non aveva peli sulla lingua , aveva un caratteraccio e spesso mandava a quel paese anche noi giornalisti”.
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