Più forti di tutto. Di un campo in pessime condizioni, delle espulsioni, delle provocazioni sul rettangolo verde. Il Bari supera la duplice prova del 9 contro Locri ed Acireale con grande autorevolezza e garra, volendo prendere in prestito un termine tanto caro a Lele Adani, noto commentatore Sky.
La garra biancorossa, si, perché l’ultima parola spetta al campo. Ai ragazzi di Cornacchini. Che graffiano gli ostacoli con la consueta tabellina del tre (tanti i gol rifilati mediamente a partita alle formazioni avversarie). Usando carattere, personalità. Il ‘Tupparello’ si conferma ancora un campo di sofferenza e dolce per il Bari. Oggi come nel 1994 il primo fattore è legato alla grinta dei granata ed al fattore campo, il secondo all’esito finale. Ora è troppo presto per parlare di promozione, non c’è dubbio. Ma un segnale eloquente è stato lanciato. Rassicurano, poi, i cinque punti di vantaggio sulla Nocerina, attuale seconda classificata.
Parlano chiaro i numeri: 20 gol fatti e 3 subiti, nessuno ha fatto meglio. Dai leader ai più giovani tutti sanno cosa fare in campo. Ritrovati gli attaccanti (Pozzebon e Simeri ancora in gol), c’è da sottolineare anche la grinta dei veterani Brienza e Cacioli: lotta e spirito di sacrificio nonostante l’età che avanza ed i problemi fisici (l’ex Perugia rientra in extremis da una gastroenterite). Mai abbassare la guardia nei momenti migliori (l’ex Bologna ha ‘calmato’ i suoi compagni dopo un gol siglato), mai spaccarsi in quelli più difficili. Ieri in particolare la vittoria è stata sul piano psicologico (gara chiusa in 9, scelte arbitrali molto discutibili e gara combattuta in un clima caldo tra gli interpreti delle due squadre). I due pareggi di fila – che qualche malumore avevano destato – sembrano alle spalle. E il 4-2-3-1 funziona.
Il Bari va, dunque. Al massimo, a gonfie vele. Restando coi piedi ben saldi per terra perché di strada ce n’è ancora tanta da fare…
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