Cesena e Bari nella carriera di Alberto Fontana hanno significato tanto, se non tutto. Coi galletti è stato dal 1993 al 1997, collezionando 133 presenze tra Serie A e Serie B. I bianconeri, invece, lo hanno lanciato nel calcio professionistico. Cosa aspettarci dalla sfida di sabato? Di questo aspetto e di tanti altri ancora la nostra redazione ne ha parlato proprio con l’ex portiere classe 1967.
Buonasera signor Fontana. Inutile ricordare l’importanza che Cesena e Bari hanno rivestito per la sua carriera…
“Sono state due fasi della carriera molto determinanti per me. A Bari ho visto il calcio vero, anche se a Cesena il calcio è vissuto in maniera molto focosa non c’è paragone rispetto al capoluogo pugliese. Il Cesena da quando c’è Castori è una squadra scorbutica, è stata realizzata una media punti importante che ha permesso di riaccendere l’entusiasmo dei tifosi. Se il Bari renderà al 100% potrà dimostrare di essere superiore”.
Quanto ha sorpreso il Bari e quanto ha deluso, sin ora, il Cesena?
“Il Bari non mi ha stupito più di tanto. Giocatori ed allenatore sono di tutto rispetto, anche se vincere in B non è mai facile. A Bari tutti vengono a fare la partita della vita, del resto. Credo che i galletti siano tra le principali candidate per risalire in A. Il Cesena, invece, è partito molto male. Può fare mercato grazie alla presenza di un fenomeno come Foschi, bravo a portare in Romagna calciatori interessati”.
Intanto il Bari questa settimana festeggia i suoi 110 anni di storia.
“Questo traguardo conferma la grande tradizione che c’è intorno alla società di calcio e l’importanza della sua storia. Non posso che augurare ai galletti il ritorno in A, il palcoscenico più giusto per questa squadra. La partita che non scorderò mai è quella giocata contro il Castel di Sangro. Chiudere la mia parentesi a Bari davanti a sessantamila persone fu emozionante. Sapevo già da tre mesi di non essere più un calciatore dei galletti, avevo appena firmato per l’Atalanta. Fascetti è stato un grande allenatore e mi motivò a dare il massimo fino alla fine e nonostante tutto”.
In riva all’Adriatico lei centrò anche una promozione in A con Materazzi. Quali qualità servono per vincere un campionato di Serie B?
“Quella allenata da Materazzi era una squadra giovane e con qualità importanti. davanti si poteva contare su veri e propri fuoriclasse. Per vincere il campionato di B serve umiltà in certi momenti, anche se ti chiami Bari”.
In qualità di ex portiere come giudica Micai e De Lucia? Il primo è ormai il titolare del Bari da tre stagioni, il secondo è invece un giovane promettente.
“Il primo ragazzo per la B è una certezza, centrare la Serie A col Bari sarebbe un traguardo importantissimo. De Lucia, invece, pur non conoscendolo benissimo, mi sembra un ragazzo interessante”.
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