Una vittoria esterna pesante e di personalità quella ottenuta dal Bari a Perugia. I tre punti raccolti sono utili non solo per la classifica, ma anche e soprattutto per il morale. Serviva una decisa sterzata dopo le ultime due, preoccupanti, sconfitte: galletti spenti contro l’Entella e poi messi sotto dal Palermo al ‘San Nicola’.
RISERVE? NO, VALORI AGGIUNTI – Che la stanchezza in alcuni interpreti sia visibile e che la fase difensiva rimanga seriamente da migliorare è fuori dubbio. Ma il messaggio arrivato dal ‘Curi’ è chiaro: il Bari c’è e può anche non dipendere esclusivamente dai suoi elementi più importanti. Per l’ennesima volta Galano è stato determinante, ma Brienza è rimasto in panchina. E le cosiddette ‘seconde linee’ hanno dimostrato di non meritare tale appellativo. I tre punti ottenuti sabato portano anche la firma di Nenè – uno che la B la conosce molto bene in verità – le incursioni di Iocolano, la grinta di Kozak e quella di Tonucci. Alcuni di loro potrebbero essere titolari in diverse delle 22 formazioni di questa Serie B. Per Grosso questo è un segnale importante per il futuro. Se qualcuno è certamente indispensabile, tutti sicuramente sono utili alla causa.
GALLETTI TENACI CONTRO UN PERUGIA FUMOSO – Il Bari ha vinto, alla vigilia non era scontato. Un po’ tutti, a rigor di logica, temevano la forza del Perugia di Breda. Un tecnico che ai galletti ha regalato più volte dispiaceri: come non dimenticare quelli rifilati ai tempi in cui era l’allenatore del Latina? Fu l’addio al sogno A nel lontano 2014. E più in generale le squadre del tecnico veneto sono corte e compatte, concedono pochi spazi alle avversarie. Questo sabato non è accaduto, nonostante un grifo in ripresa dopo un avvio a due facce in campionato. L’errore di Rosati, sul terzo gol di Galano, rispecchia in maniera fedele la classifica e la partita contro i galletti: le potenzialità ci sono ma mancano continuità, precisione e disinvoltura.
SABELLI, RITORNO ALL’ANTICO? – Un intervento che a conti fatti è valso come un gol. E’ quello effettuato da Sabelli al 64′: pallone perso a centrocampo, incursione verso la porta difesa da Micai da parte di Di Carmine. Il 2-2 sembra ad un passo, ma il difensore romano ferma la sua corsa nel momento topico dell’azione. Il rendimento del numero 4 biancorosso, rientrato da poco dopo l’infortunio subito nello scorso campionato, è in costante crescita. Bene col Sassuolo in Coppa Italia, col Palermo entra in campo a gara compromessa, fondamentale sabato pomeriggio. Corre, lotta, difende e imposta. Se ritornasse davvero quello della ‘Meravigliosa Stagione Fallimentare’, per gli attaccanti avversari sulla fascia destra la vita potrebbe essere durissima…
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