Lecce-Monopoli sarà anche la partita del cuore di Giuseppe Papadopulo. Ex allenatore di entrambe le squadre (coi baresi dal 1989 al 1991, in giallorosso dal 2006 al 2008), ha detto la sua al nostro portale sul momento di entrambe le squadre e non solo.
Buongiorno mister. Ancora due giorni e poi al ‘Via del Mare’ sarà tempo di derby tra Lecce e Monopoli. Che gara si aspetta?
“Sarà una partita dura, il Lecce dall’alto della sua la classifica e delle sue ambizioni punterà a portare a casa l’intera posta in palio. Ci saranno difficoltà, il pronostico non favorisce i biancoverdi. Che però venderanno cara la pelle”.
Anni importanti e soddisfacenti quelli col gabbiano dal 1989 al 1991…
“A Monopoli ho vissuto due anni nell’era Bellomo, ho avuto modo di apprezzare una tifoseria molto calda e vicina alla squadra. Vivevo in mezzo alla gente, passeggiare in città era un piacere. Tutte le volte che ho la possibilità di tornare in Puglia cerco sempre di passare da lì, so di poter contare su un ambiente familiare”.
Oggi come allora a Monopoli c’è Tangorra. Prima come calciatore, oggi come allenatore. Dove può arrivare il suo Monopoli? Lei ha avuto modo di conoscerlo da vicino, peraltro.
“Era un ragazzo molto generoso, aveva una buona tecnica. Poteva raccogliere anche risultati più importanti, ma ovunque è stato è sempre riuscito a farsi apprezzare. Tanto sul piano professionale che su quello personale. Come allenatore sta facendo bene. Le ultime sconfitte? I periodi difficili sono fatti per essere superati, se hai già fatto 23 punti vuol dire che dei valori, comunque, ci sono. I playoff non sono impossibili da raggiungere. Il Monopoli può farcela, la C è un campionato aperto, tranne le prime 3-4 posizioni il resto è tranquillamente alla portata”.
Sarà finalmente questo l’anno buono per i salentini per risalire in B?
“Me lo auguro. Lecce in realtà meriterebbe la A, categoria in cui sarebbe potuta rimanere se non fosse caduta in disgrazia. E poi ora c’è Liverani. Ricordo ancora quando mi opposi alla sua cessione al Genoa. Una scelta premiata, visto che ebbe modo di rilanciarsi calcisticamente parlando. Può fare grandi cose anche da allenatore”.
Il momento più bello e quello più brutto della sua avventura a Lecce.
“Sicuramente il fatto di non essere messo nelle condizioni di essere riconfermato in panchina dopo la Serie A raggiunta. Fu bruciante perché tutte le categorie che ho disputato me le sono guadagnate sul campo. Ricordo ancora quando rilevai la squadra dopo che era precipitata in zona retrocessione con Zeman. La stessa promozione ottenuta dalla B, chiaramente, è stata la mia gioia più grande in Salento”.
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