Cosa aspettarci da Perugia-Bari? Riusciranno i galletti a tornare alla vittoria? Di questo e di altri argomenti la nostra redazione ne ha parlato con Andrea Camplone, recente ex di entrambe le formazioni e che quest’anno ha allenato il Cesena fino alla 7^ giornata.
Galletti e grifoni si sfideranno avendo sentimenti contrastanti, ma la posta in palio resta alta: “Si incontreranno due squadre con stati d’animo sicuramente diversi. Il Perugia sembra abbia trovato la quadratura giusta, il Bari dopo le vittorie con Novara e Foggia ha subito battute d’arresto importanti. Non era facile prevalere sul Palermo, comunque. Quanto alla sfida del ‘Curi’ di sabato non mi aspetto possa terminare 0-0. Le motivazioni sono importanti perché il Perugia deve togliersi da una zona di classifica che non le compete, i galletti restare agganciati alle prime posizioni”.
Cosa sta venendo meno al Bari in queste ultime gare? Di sicuro non la condizione atletica: “Le sconfitte subite? Non è una questione di calo fisico, ma di atteggiamento mentale. La squadra è importante, anche se quando ti vengono a mancare 4-5 elementi fondamentali è difficile portare a casa il risultato. E quando affronti squadre come il Palermo non puoi permetterti di giocare sotto ritmo. Il Bari lo ha fatto, i rosanero hanno vinto. I biancorossi devono rendersi conto al più presto delle potenzialità che hanno, ci vuole tanta forza e voglia di vincere. Questa è una squadra che può essere promossa e quindi non può permettersi troppi passi falsi”.
Tuttavia, non cambia il suo giudizio rispetto alla prima giornata di campionato. Lo scorso 28 agosto, infatti, il tecnico pescarese era sulla panchina del Cesena: “L’impressione, rispetto alla prima giornata, è rimasta sempre la stessa. Questo può essere l’anno giusto per approfittarne, dato il grande equilibrio esistente. Grosso sta comunque facendo un ottimo lavoro, sta facendo il campionato che deve fare. Il primo posto in classifica ora non conta, sarà importante nei prossimi mesi. Capisco la piazza che ha fame di vittorie, ma per ogni cosa serve il giusto tempo. Di sicuro si può andare fino in fondo”.
Micai, a suo dire, è migliorato molto rispetto a due stagioni fa: “Tantissimo – precisa – perché ora più degli inizi ti dà sicurezza. E’ bravo anche con i piedi, il calcio è cambiato. Ed è attento nelle uscite. Gli errori eventuali fanno parte del gioco, può ancora crescere tanto. Resta una garanzia per il Bari”.
Si torna poi sui sei mesi del 2016 sulla panchina del Bari: “Le soddisfazioni non sono mancate, il rimpianto principale è sicuramente legato all’esito finale dei playoff contro il Novara. Purtroppo diversi infortuni e cambi già fatti ci hanno impedito di portare a casa il risultato. Fu un vero peccato, perché quei 6 mesi incredibili a Bari mi hanno dato tantissimo. I tifosi, poi, mi sono stati vicino anche nei tempi di difficoltà, ho sentito vicinanza anche quando sono stato male. Questo non si può dimenticare”.
E indimenticabili sono anche i trascorsi col grifo. Due parentesi importanti da calciatore (dal 1992 al 1996) e allenatore (dal 2012 al 2015): “A Perugia ho avuto trascorsi importanti tanto da calciatore quanto da allenatore. Ho passato 7 anni della mia vita, è una parentesi importante. In mezzo conto anche vittorie del campionato e playoff persi. Ho dato tanto, ho ricevuto tanto. Di certo quando espugnammo il ‘San Nicola’ nel 2014 non avrei mai pensato di finire ad allenare il Bari (ride, ndr). Facemmo una partenza importante e non avrei mai pensato di fare meglio dei galletti in quella stagione”.
Il torneo di B, secondo Camplone, non sta riservando particolari sorprese. O quasi: “La classifica sta rispecchiando un po’ i valori esistenti. Chi invece mi stupisce maggiormente è il Venezia. I lagunari segnano poco, ma prendono pochi gol allo stesso tempo. Per il resto, già detto del Bari, dico che Palermo, Frosinone, Empoli e Parma stanno rispettando i pronostici”.
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