Galano e Loiacono, derby invertito: sono rispettivamente i pilastri di Bari e Foggia

In passato toccò anche a De Vincenzo. Entrambi sono nati nel 1991: curiosa coincidenza


Bari-Foggia sarà anche il loro derby, ma a parti invertite. Chissà se Cristian Galano e soprattutto Giuseppe Loiacono avrebbero mai immaginato di giocare questa partita. Il pensiero è più che lecito, soprattutto per il difensore rossonero: il suo lungo viaggio coi satanelli è partito da Termoli, in Serie D. Correva l’anno 2012.

LOIACONO, FOGGIA E’ UNA SECONDA CASA – Barese verace classe 1991, Loiacono è uno che di gavetta in carriera ne ha fatta abbastanza. Nel 2010, una volta cresciuto nel vivaio dei galletti, viene ceduto al Trani. Passa poi alla Paganese (nel 2011), quindi al Foggia nell’estate del 2012. I rossoneri, caduti in disgrazia e falliti dopo il Casillo-bis, tentano di ripartire per l’ennesima volta. Con coraggio, caparbietà ed ambizione. Dopo la D, ecco la Seconda Divisione. Quindi la Prima e la Lega Pro a gironi. Nel 2015/16 il vittorioso derby del ‘San Nicola’ con De Zerbi in panchina fa pensare ad un campionato ricco di soddisfazioni: non sarà così. In B ci vanno prima il Benevento e poi il Pisa. Poco male, l’attesa dura soltanto un anno. E nel 2016/17, dopo il pareggio esterno contro il Fondi, si può (finalmente) brindare. Lui, il numero 6 foggiano, può dirci di esserci sempre stato. Il capoluogo dauno lo ha adottato. Non puoi comportarti diversamente con uno che ha già collezionato oltre 150 presenze.

GALANO, BARESE D’ADOZIONE – Cosi come Loiacono, anche Galano è stato adottato con piacere dal Bari e dai baresi. Persino il Robben del Tavoliere è nato nel 1991, ma non ha mai giocato per il Foggia neppure nelle giovanili. E’ in biancorosso che ha mosso i primi passi nel mondo del calcio: la prima esperienza tra i professionisti è con la maglia del Gubbio (2010/11), ma la sorprendente promozione in B ottenuta con gli umbri convince la dirigenza a riportarlo in riva all’Adriatico. Il ‘nostro’ infiamma la platea biancorossa a suon di gol e grandi giocate, la svolta sembra possa arrivare nel 2013/14 (prima volta in doppia cifra), ma l’anno seguente non si ripete e viene spedito a Vicenza. Un anno e mezzo coi berici – a suo dire – l’avrebbe fatto maturare ancora di più. Fatto sta che col ritorno a Bari – nel gennaio 2017 – si è potuto apprezzare un giocatore più decisivo. Sino ai 9 gol messi a segno in 10 giornate di campionato: sarà l’anno della sua definitiva consacrazione? Chissà se a Foggia c’è qualche rimpianto per il suo mancato ingaggio in estate, nonostante Mazzeo…

ILLUSTRI E STORICI PRECEDENTI – Negli anni ’90 ci sono stati altri esempi di ex illustri che – pur essendo originari di Bari, Foggia e provincia – non hanno mai indossato le maglie delle loro squadre locali. Basti pensare al barese Pasquale De Vincenzo (era nel Foggia di Zeman e Catuzzi) oppure a Pietro Maiellaro, nativo di Candela (che, soltanto nei primi anni 2000, allenò le giovanili dei rossoneri). Curioso, no?






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