Protti a Bari nel Pallone: “Il Bari di Grosso gioca bene, Improta mi piace. Montini? Si sta ambientando bene. In Puglia anni stupendi, la nazionale…”

La nostra intervista all'ex bomber del Bari in occasione del suo 50° compleanno


Compleanno gioioso e fortunato, cinquant’anni festeggiati alla grande. Non potrebbe che essere raggiante Igor Protti, indimenticabile bomber del Bari dal 1992 al 1996 ed ex capocannoniere della massima serie nel 1995/96. Intervistato dalla nostra redazione, l’attuale dirigente del Livorno ci parla del momento di pugliesi ed amaranto, senza dimenticare qualche aneddoto legato alla sua carriera da calciatore.

Buongiorno signor Protti. Non poteva chiedere di meglio per il suo compleanno: Bari e Livorno, gol e vittorie…
“Si, davvero niente male come regali. Il Bari sabato ha fatto un’eccellente partita ed ha ottenuto un ottimo risultato, il Livorno invece ha disputato una buona gara. Entrambe le squadre sono in un periodo positivo anche dal punto di vista del gioco. Che dire, sono soddisfatto. Non potevo chiedere di meglio per il mio 50° compleanno”.

Che effetto fa il fatto di aver raggiunto il mezzo secolo di vita?
“Onestamente niente di particolare. E’ vero che è una cifra tonda, ma gli anni vanno avanti e passano, qualora si fermassero sarebbe un bruttissimo segno. Sono consapevole di tutto, ma cerco sempre di guadare avanti. Non dimenticherò mai i rapporti fantastici nelle città in cui sono stato nelle squadre in cui ho giocato”.

Che impressione le sta facendo questo Bari? Dove potrebbe arrivare?

“L’ho visto in due circostanze e mezzo. In occasione della sfida contro il Cesena, in quella contro il Frosinone ed in parte contro la Ternana. Ho sempre notato una squadra che fa gioco, ad Avellino ha perso nonostante una discreta prestazione. I giocatori che ha sanno giocare a calcio, Grosso anche se è giovane è preparato. Può fare un campionato importante, ma non bisogna farsi condizionare troppo dai singoli risultati. La B è lunga e si decide sempre nelle ultime partite”.

Se l’aspettava una partenza cosi forte da parte di Improta?

“E’ un giocatore che mi piace, lo conoscevo già. Riccardo è rapido, ha qualità, energia. Non mi aspettavo il fatto che potesse essere cosi determinante fin da subito, ecco. Non è mai stato un grandissimo bomber, ma è in un momento di grazia e la squadra lo mette nelle condizioni di andare al tiro. Speriamo possa sempre continuare cosi”.

Ieri, contro la Pistoiese, è andato a segno Montini. Come si sta ambientando il ragazzo dalle parti del ‘Picchi’?

“E’ un ragazzo che ha qualità importanti. Ha forza, voglia e determinazione. Non sta partendo da titolare, davanti ha giocatori di esperienza e ben rodati per la categoria come Vantaggiato. Ieri però è entrato e si è sbloccato su rigore, puntiamo molto su di lui. In estate cercavamo un giocatore che ci potesse garantire certezze, così sul mercato la scelta è ricaduta su di lui”.

E tra gli amaranto c’è anche un certo Valiani. Che qui a Bari ha lasciato ottimi ricordi…

“Non appena è arrivato qui a Livorno il primo argomento è stato il Bari. Abbiamo parlato della piazza, dei suoi tifosi. Quando un giocatore arriva dai biancorossi è la prima cosa che chiedo. Valiani è un giocatore incredibile, non è un ragazzino ma resta un esempio quotidiano per tutti i giovani. Mette sempre grande impegno, anche in allenamento. E ieri sera anche lui ha fatto una grande partita nonostante gli impegni ravvicinati. Per l’entusiasmo che ha sembra ancora un ragazzino di 15-16 anni”.

E’ convinzione diffusa il fatto che se nel 1992 fosse approdato a Bari nell’anno di Platt, i galletti si sarebbero potuti salvare…
“Non saprei (ride, ndr), purtroppo non si può tornare indietro nel tempo. Non possiamo dimostrarlo, anche se anche a me piace pensare tutto questo. Purtroppo il Messina non mi permise di accasarmi in corsa, ma i quattro anni poi trascorsi a Bari restano fantastici. Ci siamo tolti tantissime soddisfazioni e, quando siamo retrocessi in B, siamo stati applauditi nonostante tutto. Abbiamo cercato di salvarci e ci siamo impegnati al massimo, la città questo lo ha percepito. Mi piace sempre sottolineare questo aspetto, c’è grande attaccamento intorno ai biancorossi”.

Ci parli della partita in biancorosso che non scorderà mai…

“Ho sempre vivo il ricordo della sfida contro la Cremonese. Segnai due gol, ma sono particolarmente legato al secondo realizzato. Mi spiega molto come calciatore, rappresenta il mio modo di interpretare il calcio. Come se avessi ripagato, in quel momento, la passione della gente. Ma non ne mancano altre di sfide dove posso ritenermi soddisfatto e nell’anno in cui sono stato capocannoniere ho praticamente segnato contro molte squadre blasonate”.

Quanto ha creduto ad una possibile convocazione in Nazionale in quel periodo? C’è mai stata una possibilità concreta?
“So che sono stato seguito, essendo stato capocannoniere del torneo dalla terza giornata sino al termine del campionato. Poi purtroppo le scelte sono state diverse. Nel 1996 c’erano anche le Olimpiadi di Atlanta. Maldini mi aveva chiamato dicendomi che sarei stato tenuto in considerazione tra i fuori quota, poi però la scelta finale ricadde su Branca dell’Inter. Ma non importa, le soddisfazioni a Bari e nella mia carriera ci sono state ugualmente. Se rimpiangessi qualcosa sarei esagerato”.

Eppure lei e Sacchi siete entrambi romagnoli…

“E’ stato anche il mio allenatore al Rimini quando avevo 16 anni e mezzo. Mi conosce molto bene, ma va detto che ai miei tempi c’erano calciatori molto importanti. Basti pensare a Baggio, Zola ed altri atleti di grande livello. Ero pur sempre alle spalle di grandi campioni”.

E con Tovalieri c’è stata una telefonata di auguri? Lui è tornato a Bari…

“Lo so, l’ho sentito e ci siamo sentiti per telefono. Sono contento per questa sua nuova avventura, Sandro è un grande amico. E’ stato bellissimo quando mi ha detto ‘sono tornato a casa’, pur non essendo di Bari. Gli auguro tutte le fortune possibili, spero possa rappresentare un punto di partenza per raccogliere nuove soddisfazioni. Magari le stesse che ha ottenuto da calciatore”.

Obiettivi di campionato per il suo Livorno?
“Vogliamo fare del nostro meglio. Il Livorno ha come obiettivo quello di cercare di vincere il campionato di C. Se ci riusciremo lo dirà solo il tempo, la terza serie e lunga e la vittoria non è mai in tasca finchè non c’è l’aritmetica. Basti pensare all’Alessandria dello scorso anno, in vetta quasi fino alla fine. Piedi ben saldi per terra, dunque. L’unica classifica che conta sarà quella dell’ultima giornata di campionato”.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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