La sconfitta rimediata ieri dal Bari contro l’Ascoli ha spento definitivamente ogni sogno di gloria dei galletti. I playoff sono svaniti quasi al termine di una stagione molto altalenante e poco esaltante: i biancorossi hanno disputato un buon campionato in casa, pessimo in trasferta. Mettendo cosi in risalto una fragilità ed una mancanza di personalità che invece è fondamentale per vincere qualsiasi competizione. La vittoria di Benevento alla 6^ giornata del girone di ritorno aveva proiettato i pugliesi al quinto posto, illudendo tutti. Una breve parentesi di gloria subito smentita dal crollo dei mesi successivi.
Bari ancora in B, sogni di gloria in fumo. Di chi le principali colpe del flop?
Quando un obiettivo viene fallito, le colpe sono sempre da ridistribuire in tutte le componenti di un club. Non di poco conto anche gli errori commessi da Sogliano. Sicuramente la scelta di Stellone – e le successive strategie di mercato, rivelatesi poco adatte al suo credo calcistico – non solo hanno influito sui risultati nell’immediato, ma hanno anche avuto effetti postumi nel girone di ritorno: molti giocatori, forti ed esperti sulla carta, non hanno reso come si sperava anche per via di una condizione fisica non ottimale. A novembre arriva Colantuono, a gennaio si tenta il tutto e per tutto sul mercato per invertire la tendenza e, sino alla prima metà del mese di marzo, le scelte sembrano pagare. La luce si spegne dopo la sconfitta di Trapani, il 4-0 è pesante e da allora si materializza una quantità impressionante di infortuni. Le assenze di Brienza e Floro Flores sono sufficienti a togliere al Bari quel pizzico di fantasia ed imprevedibilità necessarie. Altri elementi pagano lo scarso impiego nella prima parte di stagione con le precedenti squadre. Troppo poco per ambire concretamente alla A, serviva ben altro. Non di certo una doppia rivoluzione in due sessioni, per un totale di 38 calciatori impiegati e senza risultati soddisfacenti. Al tecnico ex Frosinone (che ha avuto troppo poco tempo a disposizione) si rimproverano l’insistenza col 4-4-2 ed il dualismo in porta tra Micai ed Ichazo. L’ex Atalanta invece, dopo un buon inizio (i biancorossi dimostrano carattere, anche in trasferta), sembra perdere poco alla volta la bussola e poco felici si rivelano alcune sue scelte tecnico-tattiche (non sempre, ad esempio, la difesa a 3 ha mantenuto le promesse) e alcune sue dichiarazioni post gara. Non immuni da colpe i calciatori, deludenti e privi nel finale di campionato del necessario furore agonistico per inseguire qualsiasi traguardo: nonostante le possibilità di approdare ai playoff ancora vive sino a ieri pomeriggio, non hanno dato l’impressione di crederci sino in fondo. Non c’è stata nessuna scossa e nessuno in grado di poterla dare. Mancanza di solidità e coesione, in altre parole.
Un’occasione persa in un campionato livellato verso il basso?
Più che livellato verso il basso, la B mai come quest’anno è un campionato equilibrato ed in bilico. La vittoria del Benevento sul Frosinone, la rimonta del Trapani o il successo della Ternana sulla Spal ne sono la dimostrazione. Sicuramente il tasso tecnico appare inferiore rispetto allo scorso campionato, ma tra le squadre in testa o vincitrici del campionato figurano sempre quelle maggiormente organizzate e attrezzate. La formazione estense approda in Serie A grazie al giusto mix di giovani, zoccolo duro della Lega Pro ed esperti navigati per il torneo cadetto. Poi una tra Verona e Frosinone, che in organico possono vantare giocatori di categoria superiore e sempre in grado di fare la differenza. Il Bari, in tutto ciò, ha sicuramente dei grandi rimpianti: le occasioni per approfittare dei passi falsi delle avversarie non sono mancate, ma sono state tutte miseramente fallite. Una squadra con identità, al contrario, deve saper sfruttare ogni opportunità. E’ mancata anche la cattiveria da grande squadra, quella che in cadetteria è grasso che cola. Non aver centrato neppure i playoff (per giunta con l’estensione sino all’ottava classificata) è indubbiamente un grande fallimento. Che merita attente riflessioni nella stanza dei bottoni della FC Bari.
Da dove ripartire per il prossimo futuro? E in che modo?
Alla luce di queste osservazioni non vanno però tralasciati aspetti importanti. Il Bari non ha potuto programmare per tempo questo campionato, per via delle precedenti vicende societarie. Di conseguenza anche sul mercato ci si è mossi con ritardo ed un’importante parte di ritiro è stata svolta con la rosa incompleta (e c’erano molti Primavera). La corsa contro il tempo si è rivelata fatale e, in circostanze cosi, fare centro al primo anno è sempre molto difficile. Soprattutto per chi – tanto da un punto di vista sportivo quanto dirigenziale – si affaccia ad una nuova realtà per la prima volta. Il risultato sportivo è deludente si, ma non tutto è da buttare: il Bari, il prossimo anno, potrà ripartire da un buon parco di giocatori di proprietà. Con una preparazione dall’inizio sarà lecito aspettarsi miglioramenti nel rendimento. Molto mercato poi dipenderà dagli obiettivi che si intenderanno raggiungere, ma in ogni caso bisognerà evitare rivoluzioni e ripartire – con criterio – dal materiale che già si ha a disposizione. Giusto anche ripartire da Sogliano, che in carriera vanta comunque successi importanti e buone competenze. C’è un lavoro da portare avanti, ma si deve fare tesoro degli errori commessi. Bisogna far si che questa stagione di assestamento possa diventare una pietra miliare per future soddisfazioni. Anche cosi si potranno recuperare i tifosi, in forte calo nelle ultime gare ed ancora una volta delusi: il ‘San Nicola’ può e deve continuare ad essere un valore aggiunto. Sarebbe un delitto perdere questo patrimonio. Ma servono – allo stesso tempo – chiarezza ed un progetto sportivo condiviso.
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