Mentre il Bari s’interroga sul suo futuro, Giorgio Perinetti continua a raccogliere successi e vincere campionati. L’ultimo, in ordine cronologico, è quello di quest’anno disputato dal Venezia nel girone B di Lega Pro. E’ una società ambiziosa, quella di Tacopina, bravo ad affidarsi ad un uomo di calcio che in passato ha fatto le fortune di piazze come Siena, Palermo e soprattutto Bari. Contattato telefonicamente dalla nostra redazione, il direttore sportivo romano ha detto la sua sul campionato dei lagunari e sul momento della squadra guidata da Colantuono.
Buonasera direttore. La promozione in B del Venezia arriva al termine di un campionato esaltante e condotto da protagonisti. Avete rispettato i pronostici nonostante una folta concorrenza…
“Il campionato è stato esaltante, visto come si è concluso. Diciamo che l’obiettivo di vincere il campionato era un po’ dichiarato, pur essendo soltanto lo scorso anno in D e ripartiti da zero. La pressione, tuttavia, non ci è pesata e siamo riusciti a sviluppare un campionato importante. Questa vittoria ci rende molto orgogliosi, specie se comparata alla forza di avversarie come Parma, Padova e Reggiana, che sin da subito avevano espresso la volontà di andare in B”.
Quali, a suo giudizio, gli ingredienti necessari per vincere un campionato? Prima di Venezia ha vinto anche a Bari, Palermo, Siena…
“Ci vuole la capacità di scegliere una rosa abbastanza ampia, prima di tutto. Sono fondamentali due giocatori per ruolo, anche per creare competizione e stimolare il gruppo a lavorare sempre bene. E poi le motivazioni, con giovani con voglia di affermarsi e anziani con voglia di riaffermarsi. Quindi magari anche giocatori che dopo una stagione negativa vogliono riscattarsi. Un mix di tanti fattori, insomma, anche ambientali”.
Cosa manca a questo Bari, invece, per essere vincente?
“Sinceramente dopo gli sforzi fatti a gennaio immaginavo ben altri risultati. Non sempre le chimiche si compongono, il Bari quest’anno ha avuto una stagione travagliata ed ha cambiato l’allenatore. Ritengo Stellone e Colantuono entrambi molto bravi. E l’infortunio di Brienza, peraltro, è capitato in un momento in cui la sua qualità eccelsa avrebbe potuto fare la differenza. Ma c’è ancora tempo per riparare, ci playoff i playoff da raggiungere e li i galletti possono giocarsi alla grande le proprie carte. La B è un campionato che si decide nelle ultime giornate, bisogna avere la forza necessaria per rimanere agganciati. Bisogna ritrovare un minimo di continuità, cosa che sino ad ora è mancata. E la mancanza di personalità in trasferta è preoccupante”.
Cosa non è andato col Carpi e come sarà, sempre a suo giudizio, la sfida col Verona?
“Sarà l’occasione del riscatto. Perdere a Carpi ci sta, è una buona squadra e si sta ritrovando. Col Verona sarà quella classica partita dove sarà possibile tirare fuori tutto, puoi dare una svolta al campionato. I gialloblù erano i super favoriti del campionato ma hanno avuto un cammino molto al di sotto delle aspettative iniziali”.
In questi ultimi anni è mai stato vicino ad un ritorno a Bari? E in futuro, potrebbe ritornare?
“Il futuro non posso ipotecarlo. Devo però essere sincero. Quest’estate Giancaspro una telefonata me l’ha fatta, ma non ho potuto dare disponibilità perché ero legato al progetto Venezia ed in tempi brevissimi, vista la fretta, non potevo accettare. Per quello che sarà poi mai dire mai. La volontà di tornare a Bari, per quando sarà, c’è tutta. Spero mi capiti un’altra occasione, mi sento in debito con la gente di Bari. Mi ha sempre riservato un affetto incredibile”.
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