Nel post gara della partita persa per 1-0 dal Bari contro il Palermo, Moreno Longo ha tenuto la sua conferenza stampa per analizzare a caldo il risultato finale.
«Siamo venuti a Palermo per giocarci la partita – ha esordito l’allenatore del Bari – e ci eravamo riproposti di ripartire assolutamente dalla prestazione perché nelle ultime due gare era venuta meno e abbiamo raggiunto almeno questo obiettivo. In questi momenti rischi di involvere e invece i ragazzi mi hanno dato questo segnale positivo che mi fa comunque guardare già alla prossima partita con la sicurezza di poter ripartire da questa base di lavoro. Per lunghi tratti oggi ho rivisto il Bari che ci aveva portato a fare quella striscia positiva lunghissima. Purtroppo non abbiamo invece centrato il risultato che ovviamente non ci soddisfa».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto allo stadio “Renzo Barbera”: «Abbiamo creato e costruito le nostre opportunità, ma ci è mancata la giocata finale, la qualità nelle scelte e quel “killer instinct” che devi avere in queste partite. Non siamo stati capaci di capitalizzare quello che abbiamo prodotto sul campo. Adesso dobbiamo però fare velocemente un reset e dobbiamo proiettarci alla sfida che ci attende tra due giorni perché non c’è tempo per piangersi addosso. E’ passato un girone di andata ed è normale che sia preoccupato perché ci sono alcuni giocatori dai quali voglio e mi aspetto di più, ma questo non vuole essere uno scarico di responsabilità. Ribadisco che, se non si riesce a fare gol, la responsabilità è mia, però pretendo di più da alcuni giocatori che devono essere determinanti e devono avere dei numeri dalla loro che ci consentono di fare un salto di qualità. Se vogliamo ambire a qualcosa, abbiamo bisogno di questi numeri che posaono incidere sul match in maniera importante».
Secondo il 48enne piemontese la sua squadra non sta attraversando un periodo di forma particolarmente brillante: «Dopo la sconfitta contro il Sudtirol ho detto che il primo responsabile sono io e lo ribadisco. Abbiamo però alcuni giocatori che stanno avendo una performance inferiore ai loro standard. Questo rappresenta una delle componenti che ci portano ad essere qui oggi. Quel qualcosa in più oggi non l’ho ancora visto! Negli ultimi 25-30 metri abbiamo fatto la solita partita, con poco spunto, poca lettura e poca qualità nelle scelte. Nel primo tempo abbiamo avuto quattro o cinque situazioni veramente molto importanti per poter far gol e per poter andare in vantaggio e su questo dobbiamo lavorare ed insistere maggiormente».
A chi gli ha chiesto se abbia fatto almeno un pensierino durante il match sullo schierare in campo contemporaneamente due attaccanti, al cospetto di un Palermo che ha manifestato evidenti limiti in difesa, al fine di avere qualche chance in più per recuperare lo svantaggio, l’ex Como ha risposto con franchezza: «Non ho voluto fare questo tipo di scelta e, tornando indietro, rifarei lo stesso. Queste sono analisi che si fanno sempre col senno di poi, ma la squadra stava giocando e aveva linee di passaggio. A volte, mettere un attaccante in più ti fa rinunciare a chi lega il gioco e a chi ti porta a dover giocare nella maniera in cui abbiamo giocato, contro una difesa chiusa come la loro. Non c’era spazio tra le linee e non restava che buttare la palla in mezzo, ma noi non siamo una squadra che ha queste caratteristiche e che può fare questo tipo di gioco. Novakovic? Secondo me ha avuto almeno due o tre situazioni importantissime dentro l’area che non hanno prodotto il gol. Il cambio di Falletti? L’ho fatto per una questione tecnica legata la fatto che non lo vedevo lucido. Secondo me stava sbagliando tantissimo e aveva errato tantissime scelte. La quantità mi fa piacere e devo riconoscere che il ragazzo si danni l’anima e ci dia grande generosità. Da questo punto di vista avrà sempre il mio sostegno, ma da lui mi aspetto qualità. In quel momento avevamo bisogno di un po’ di pulizia e di giocate diverse. Abbiamo provato con Manzari che pensavo ci potesse innescare la giocata giusta».
Quanto al cambiamento di modulo: «Con le due punte ed il trequartista non eravamo nelle condizioni di poter reggere. Nelle partite precedenti avevamo un po’ perso le nostre linee di passaggio, le riconoscevamo meno ed eravamo un po’ spezzati in due. Questo è il lavoro che abbiamo fatto sin dal primo giorno di ritiro e si vede perché secondo me questo è il vestito che gli si adatta meglio. Le due punte le abbiamo adoperate anche in situazioni differenti, nelle quali pensavamo ci potessero dare benefici e in effetti li hanno portati. Per questa partita non eravamo però in grado di supportare quel tipo di situazione perché avevamo bisogno di un raccordo che ci permettesse di essere più vicini in campo e di raccogliere meglio le seconde palle».
Il torinese ha poi fatto un piccolo cenno al clima di contestazione trovato a Palermo durante tutta la partita: «Ce lo aspettavamo e ne conosciamo le dinamiche. Quando non vengono i risultati, le conseguenze possono essere queste. Abbiamo quindi cercato con il nostro atteggiamento aggressivo di portare l’inerzia della situazione dalla nostra parte, facendo anche un grande palleggio per cercare di mettere in difficoltà i nostri avversari».
Incalzato dalle domande dei giornalisti, il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione riguardante il mercato: «Ora pensiamo alla partita contro lo Spezia, un avversario molto forte che conosciamo bene perché l’abbiamo affrontato poche settimane fa. Solo dopo ci sarà da raccogliere per bene le idee e le strategie da operare sul mercato per cercare di aggiungere quello che ci manca. Ci sarà tempo per parlare di rinforzi…».
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