BARI – Nel post gara della partita giocata dal Bari in casa contro il Cittadella, valida per la sedicesima giornata del girone di ritorno del campionato di serie B, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo l’1-1 finale.
«Penso che alla fine il pareggio sia un risultato giusto – ha esordito l’allenatore del Bari – perché il Cittadella ha fatto una buona partita e nel primo tempo ha sicuramente disputato una prova migliore della nostra. Nella ripresa siamo un po’ cresciuti, ma resta il dispiace di non essere riusciti a portare a casa una partita che stavi vincendo. In un modo o nell’altro devi avere la la capacità, la forza e la voglia di non prendere quel gol maledetto, senza il quale ora avremmo due punti in più in classifica».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola”: «Sapevamo che avremmo trovato una squadra che ci aveva pressato e che ci avrebbero tolto tempi di gioco e l’ha fatto. Nel primo tempo abbiamo cercato di far arrivare palla il più velocemente possibile agli attaccati per consentire loro di giocare nell’uno contro uno, però molto spesso non siamo riusciti a farli andare sulla corsa e abbiamo giocato addosso, di spalle, rendendo tutto più difficile. Abbiamo mossa lentamente la palla e non abbiamo fatto bene. Nella ripresa siamo riusciti a sbloccarla sugli sviluppi di un angolo ed è la prima volta che ci riesce. Questo sembrava un bel segnale, invece poi abbiamo preso gol, anche questo da un corner e quindi alla fine credo che questo sia un pareggio giusto. I play off? Mancano ancora tre partite. Ci penseremo a tempo debito».
Secondo il 51enne di Genova la squadra ha avuto solo il demerito di non essere riuscita a conservare l’1-0: «Le inerzia della partita a volte cambiano e, dopo il vantaggio, abbiamo creato delle situazioni nelle quali avevamo parecchio campo a disposizione da attaccare per poter andare a fare il secondo gol. Se raddoppi, la partita si chiude. Non essendo riusciti a fare il secondo gol, la partita è rimasta aperta e alla fine abbiamo subito un brutto calcio d’angolo a causa di una palla persa da noi e su quel calcio d’angolo, per una questione di millimetri, siamo capitolati. Valutando la partita nell’arco dei 90 minuti, il pareggio è il risultato più giusto».
A chi gli ha chiesto del ritorno al centrocampo a 3, dopo aver iniziato la gara a 4, l’ex Modena e Siena ha spiegato le proprie scelte: «Nel primo tempo abbiamo proprio fatto fatica a prenderli. Arrivavamo sempre in ritardo sui terzini, sulle mezzali e sulla trequarti. Abbiamo fatto poco le diagonali e ad un certo punto, con due giocatori in mezzo al campo, ho avuto paura di lasciare i difensori da soli contro due attaccanti più un terzo giocatore. Quindi ci siamo rimessi con due mezzali e con Maita più basso, con la richiesta a Morachioli o ad uno dei due attaccanti di lavorare sul mediano avversario per cercare di sporcargli la giocata».
Quanto alla prova di Morachioli in particolare: «Gli ho chiesto di andare a prendersi la sua zona di campo per poi partire da dentro ed andare fuori. L’ha fatto, ma non possiamo aspettarci che ogni settimana trovi una soluzione. Secondo me ha fatto un’ottima partita. Sotto l’aspetto dell’impegno non posso dire nulla ai ragazzi. Erano tutti dispiaciutissimi però il calcio è così. Non siamo purtroppo riusciti a vincere un partita che sarebbe stata troppo importante fare nostra».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione: «Credo che un campionato di questo genere debba portare entusiasmo, comunque vada a finire. A tre giornate dalla fine siamo sicuramente tra le prime quattro in classifica e ai miei tempi le prime quattro andavano direttamente in Serie A. Adesso ci sono i playoff, ma forse nessuno all’inizio dell’anno avrebbe scommesso anche solo 5 euro sul sul Bari terzo o quarto. Non vedo quindi il perché non ci debba essere entusiasmo. Proveremo a giocare queste ultime tre partite per fare più punti possibili e poi vedremo dove saremo arrivati. Sarebbe sciocco avere un contraccolpo psicologico nell’eventualità di arrivare terzi o quarti».
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