BARI – Nel post gara della sfida tra Bari e Brescia, terminata 6.2 per i padroni di casa, questa è stata l’analisi a caldo di Luigi De Laurentiis che stenta a trattenere l’emozione provata: «Oggi è stata un’emozione enorme. Ad un certo punto mi sono chiesto se stessi sognando, perché sul 6-0 veramente non sapevo più cosa pensare. All’inno iniziale mi viene sempre la pelle d’oca. Vedere lo stadio sempre più definito e più ricco di gente come oggi, visto che eravamo in 24mila, sono soddisfazioni e gioie immense. C’è qualcosa di magico ed ho pensato a tutti i momenti difficili, nonché a quanto abbiamo faticato per arrivare dove siamo oggi. Siamo primi in classifica in serie B e il mio primo pensiero è andato ai tifosi che ci seguono, ci guardano in TV e che vengono allo stadio, portandoci ad essere l’ottava squadra d’Italia per quanto riguarda le presenze in casa. E’ bello poter regalare loro queste gioie ed emozioni. Noi ci crediamo perché il Bari è una grandissima responsabilità».
Il presidente del Bari ha quindi ricordato gli ultimi anni difficili: «Un anno fa siamo ripartiti da zero e ho trovato degli “uomini veri” con cui lavorare. Mi riferisco all’intero staff, ai giocatori, all’allenatore e al Direttore Sportivo. Ci siamo uniti, abbiamo passione, ci emozioniamo e giochiamo dando tutto per questa bellissima città. Questo si sta cominciando a vedere sempre di più. Il gruppo, dopo un anno insieme, continua ad essere forte e questo è importante».
Il massimo dirigente del club biancorosso ha speso alcune considerazioni anche su alcuni uomini simbolo di questa squadra: «Oggi mi sono emozionato per Antenucci, quando lo stadio ha cantato “Mirco, Mirco”! Lo stesso per Di Cesare che ha iniziato con noi questo percorso ed è bellissimo poterlo vedere così atletico e forte a 39 anni. Cheddira? Abbiamo visto qualcosa in lui e devo dare atto anche a Ciro Polito che l’ha voluto confermare. Abbiamo creduto che in serie B, con un gioco più aperto, avrebbe dimostrato ancora più forza e concentrazione. Anche per lui deve essere tanto bello segnare ed essere il capocannoniere della serie cadetta. Oggi ero seduto col papà e dico che sono belle persone. Walid è un uomo sicuro, sereno e la serenità nello sport è fondamentale».
Le parole più belle sono andate però all’allenatore: «Voglio anche comunque complimentarmi col mister ed il suo staff perché sono sempre sul pezzo. Il tecnico si preoccupa di tutti i giocatori anche dal punto di vista umano e, quando qualche giocatore non gioca, si preoccupa anche del loro possibile malcontento. Al contempo fa si che nessuno si senta indispensabile e questo è importante perché tutti sanno che gioca solo chi dà il meglio. Tenere questa linea dura è fondamentale. Michele Mignani già l’anno scorso L’ha dimostrato quando alcuni giocatori bravissimi sono rimasti in panchina. Così facendo il gruppo è ancora più unito e coeso»
Il 43enne romano preferisce non perdere il contatto con la realtà e volare basso: «Io credo che sia un campionato lunghissimo e difficile. Partire così è bello ed importante, ma le squadre avversarie sono importanti ed hanno tante risorse. Bisogna quindi restare concentratissimi. Oggi è soltanto un primo risultato di cui essere fieri ed orgogliosi per il Bari, per la città e per i tifosi. Abbiamo dimostrato di esserci e di non avere paura di nessuno».
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