BARI – Alla vigilia della trasferta di Cagliari Michele Mignani ha incontrato i giornalisti per la consueta analisi pre partita. Nella solita conferenza stampa tenutasi nella sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dal genovese: «Quella di Cagliari è per noi una sfida stimolante perché andiamo a giocare in uno stadio bello ed importante che fino all’anno scorso faceva da palcoscenico alla serie A. Affronteremo una società che rappresenta un’intera regione ed una squadra che ha un’alta qualità individuale e collettiva. Il Cagliari è una delle formazioni più forti, se non la più forte, del campionato. E’ la compagine più omogenea in tutti i reparti ed ha giocatori esperti, nazionali e giovani che hanno già campionati di serie A alle spalle. Il loro è un presidente ambizioso ed ha costruito una squadra per ritornare subito in serie A. Dobbiamo perciò metterci nelle condizioni di fare una grande partita perché altrimenti diventa molto complicato».
L’allenatore del Bari ha quindi speso qualche parola sui nuovi arrivati: «Sono stracontento di quelli che sono arrivati e sono parimenti stracontento dell’atteggiamento che ha mantenuto buona parte dei giocatori dello scorso anno. Sotto certi aspetti, questo atteggiamento dei vecchi ci agevola perché per un allenatore il ricominciare da capo comporta un processo di lavoro diverso e invece loro mi stanno aiutando con i nuovi. Alcuni di questi ultimi sono entrati subito in sintonia con la squadra. Quelli che sono arrivati da realtà più distanti hanno bisogno di qualche giorno in più perché il calcio italiano è diverso da quello straniero, sotto l’aspetto tattico, nonché nel modo di pensare di lavorare. Qualcuno purtroppo ha avuto anche qualche problemino, e mi riferisco ad esempio a Ceter, però lentamente si stanno mettendo tutti in pari e sono straconvinto che tutti daranno il loro contributo. Salcedo? Ha giocato gli ultimi minuti delle ultime due gare e sicuramente c’erano più spazi. E’ un giocatore completo, che ha qualità nello stretto e qualità a campo aperto. E’ un attaccante che può fare la punta centrale, la seconda punta ,la punta esterna, e addirittura anche il trequartista perché è un elemento con caratteristiche universali. Dispiace che in questa settimana abbia avuto un piccolo fastidio e non si è allenato completamente con la squadra».
Il discorso si è poi spostato su alcuni singoli: «Maita? Ha fatto un percorso di guarigione per risolvere un problema che non era grave, ma che gli procurava impedimenti nei movimenti. Lui si è sempre allenato a livello individuale e negli ultimi giorni anche con la squadra. Il primo giorno mi è sembrato essere più timido, il secondo giorno ha lavorato bene e abbiamo ritrovato il giocatore che avevamo lasciato, E’ disponibile per la partita di Cagliari. Antenucci? Non mi sembra un giocatore alle prime armi e in carriera di rigori ne ha tirati molti e falliti qualcuno. Il rigorista è lui e, se se lo sentirà, continuerà a battere lui i penalty. Ceter? Lo vedo in crescita e si sta allenando bene. Credo che sia anche motivato per questa partita ed ha solamente bisogno di dare continuità agli allenamenti. Per il resto, è un giocatore che sicuramente darà un grosso contributo».
Il mister dei biancorossi è felice dei consensi piovuti negli ultimi tempi, ma vuole mantenere il solito profilo pratico, conscio delle differenze tra il torneo giocato lo scorso anni e di quello in corso: «Fanno piacere i complimenti, ma a noi interessa solo fare i punti. Dobbiamo cercare di continuare a seguire questo filo conduttore, sotto l’aspetto dell’atteggiamento dei ragazzi in campo, dello spirito di aiutarsi e di voler combattere su ogni pallone. Questo è un campionato diverso sotto tanti aspetti, anche perché la C è un campionato nel quale c’è meno qualità e più aggressività. A volte puoi trovare dei campi, e mi riferisco sia al terreno di gioco che alla situazione ambientale, che presentano delle difficoltà, mentre la serie B è un campionato in cui le squadre hanno più qualità ed essa porta a far giocare maggiormente, nonché ad aprirsi e a concedere più spazi. Gli avversari si giocano maggiormente le partite a viso aperto. La cosa più importante che abbiamo mantenuto, e che vorrei rimanesse per sempre, è però l’atteggiamento, la mentalità da serie C che ti porta a combattere nel vero senso della parola in ogni partita. La serie B ti porta invece più a pensare che a combattere. Cerchiamo di proporre le nostre idee, che a volte riescono, a volte no».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sul reparto offensivo: «Quando mi chiedevano quando sarebbero arrivate altre punte sono stato sempre molto tranquillo. Negli ultimi giorni di mercato se ne sono aggiunti due con caratteristiche diverse dei nostri, ma nella mia testa non cambia nulla e le mie dinamiche sono sempre le stesse. Cerco di guardare attentamente come lavorano in settimana e come crescono in termini di condizione. Quando un allenatore ha la possibilità di scegliere, sicuramente è più avvantaggiato rispetto a uno che ha le scelte obbligate. Poi la gestione è un’altra cosa e tutti devono sapere che avranno la possibilità di giocare. Tutti devono sapere che ogni tanto andranno anche in panchina, ma la cosa più importante è che, quando uno è chiamato a scendere in campo, dia il massimo contributo».
Lascia un commento