Nel post gara del match giocato dal Bari sul terreno della Turris, valevole per la 27esima giornata del campionato di serie C, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo la partita vinta per 1-0 dai galletti.
«Questa è la C e queste sono partite difficilissime per tanti fattori – ha esordito l’allenatore del Bari – la Turris è una squadra che gioca e che fa tanti gol e infatti credo che, insieme a noi, abbia il miglior attacco. Ti fa patire le pene dell’inferno, come avevamo già visto all’andata, ma noi abbiamo fatto la giusta partita sotto l’aspetto nervoso e caratteriale. I ragazzi hanno combattuto, lottato e questo gli va riconosciuto. Oggi sono obbligato a fare loro i complimenti perché questa era una battaglia vera e i ragazzi, in un modo o nell’altro, hanno portato a casa la vittoria».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “Liguori” di Torre del Greco: «Io mi aspetto che si riesca a chiudere prima la partita, perché abbiamo la possibilità di farlo e perché tutte le squadre ti concedono qualcosa. Non puoi soffrire così fino alla fine. La Turris propone calcio e non ha paura di prendere gol lasciandoti tanto spazio. Avremmo dovuto sfruttarlo meglio, sia nel primo che nel secondo tempo, e abbiamo sbagliato probabilmente tante scelte, come ad esempio nella parte finale, quando eravamo in superiorità numerica. Alludo alle ripartenze ma anche ad avversario schierato. Devi essere bravo nel gestirla, nel farli correre e a volte ci perdiamo in un bicchier d’acqua. Talvolta facciamo un tocco in più e si perde il tempo per seguire l’avversario. Quando le squadre si chiudono dietro, diventa invece difficile per tutti, non solo per il Bari. Oggi la fase di non possesso l’abbiamo fatta molto bene e infatti, in fin dei conti, abbiamo concesso solo qualche tiro da fuori area».
Secondo l’ex Modena e Siena, la squadra ha avuto qualche problema ultimamente, ma il genovese è conscio della strada da seguire: «A volte non sei serenissimo con la testa e magari non riesci ad essere bello come poteva essere prima. La testa fa tanto. Gli avversari hanno sempre grande entusiasmo, non hanno pressioni e nessuno si aspetta niente da loro e contro quelle squadre diventa quindi ancora più dura. Questa era la quarta trasferta nelle ultime 5 partite. Siamo reduci dalla trasferta di Monopoli e non è sempre scontato che il Bari vinca le partite. Dobbiamo ritrovare la serenità e la voglia di giocare un po’ di più. Le risposte, purtroppo o fortunatamente, dobbiamo darle tutte le settimane, in casa e fuori. Avevamo un percorso importante e l’abbiamo un pochino interrotto nelle ultime due partite. Vorrei che la squadra lo riprendesse, però rimango dell’idea che ogni partita sia sempre complicata e spesso ti ritrovi davanti degli avversari col coltello tra i denti, che magari si mettono nella loro area di rigore e ripartono».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sulle scelte e sui singoli: «I ragazzi sanno che per me non esistono titolari o riserve. Oggi ho creduto che questa fosse la formazione iniziale migliore, anche in prospettiva delle tante gare di seguito che stiamo giocando. Ho piena fiducia in tutti e mi dispiace di non poter riuscire ad utilizzare qualcuno che può dare un grande contributo. Mi auguro che la condizione cresca e sono contento di avere alternato un po’ di gente per far rifiatare qualcuno e per rimettere benzina nelle gambe. Tutti ci serviranno da qui alla fine. Bianco? Ha fatto bene, anche se poi è rimasto condizionato dall’ammonizione. Avevo bisogno di qualcuno che non togliesse la gamba e, sebbene lui lo facesse, doveva stare doppiamente attento a non prendere un altro giallo. Di Cesare? E’ entrato come un leone dal primo minuto, ma poi non ce l’ha fatta più com’è normale che sia. D’Errico? Mi fa sorridere e mi fa incazzare. Sabato scorso mi ha fatto incazzare tanto perché io ho 24 soldati che, se non giocano, si allenano sempre più forte. Se entrano un minuto, per me quello deve valere come se fossero 90 minuti e questo deve essere uguale per tutti. Se uno non lo fa, penalizza la squadra e questo non va bene».
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