BARI – Contro il Catania ha realizzato una doppietta storica per la sua carriera. Mirco Antenucci ha infatti tagliato il traguardo dei 200 gol in carriera e oggi ha raccontato in conferenza stampa le sue sensazioni.
«Questo traguardo sta a rappresentare innanzitutto un percorso lungo – ha esordito l’attaccante del Bari – sono un attaccante e ho quindi sempre cercato di segnare il più possibile per la squadra in cui ho giocato in questi anni. Non me ne sono mai fatto però una fissazione anche perché mi alleno più per i risultati che per i gol, anche se i primi sono una conseguenza dei secondi. Ovviamente sono felice quando riesco a realizzarli. Il gol più bello e difficile? Probabilmente una rete in rovesciata quando ero a Terni contro lo Spezia e un’altra con la maglia della Spal contro il Parma».
La gara contro i siciliani ha anche regalato il gol numero 50 in maglia biancorossa: «Fa ovviamente piacere fare sempre di più per questa maglia. L’obiettivo primario sappiamo tutti quale sia e lo stiamo inseguendo ormai da 3 anni. Spero solo che quest’anno i gol possano aiutarci a raggiungere questo obiettivo. Il mio prossimo obiettivo personale? Giocare almeno altri 10 anni! Scherzi a parte, spero di continuare ad allenarmi ancora più forte per raggiungere l’obiettivo più importante grazie anche alle mie realizzazioni. Il mio futuro? Sono ancora giovane! Quando smetterò, vedrò in che condizioni mi troverò e poi ci sarà tempo per pensare al futuro».
Il 37enne molisano ha poi parlato di due suoi compagni, a partire da Botta che purtroppo dovrà essere assente per almeno un mese dopo il suo infortunio al ginocchio: «Ruben ci mancherà e tanto. Sappiamo che ha personalità ed è un giocatore forte e bravo. In quel ruolo è determinante per il nostro modo nostro modo di giocare, però sono cose che succedono nel calcio quindi dobbiamo adattarci subito. Abbiamo tanti giocatori bravi in rosa e quindi chi giocherà farà lo stesso molto bene. Cheddira? Dipenderà solo da lui il poter arrivare in alto. Ha delle qualità importanti, specialmente a livello fisico, in termini di progressione e di forza, e credo che ce ne siano pochi di giocatori con quella potenza. Il suo futuro è tutto nelle sue mani e secondo me ha veramente grandi potenzialità. Gli auguro il meglio e posso solo digli di lavorare duramente perché solo il lavoro ti porta ad avere delle soddisfazioni».
Il discorso si è poi spostato sul prossimo impegno di campionato: «Speriamo innanzitutto di trovare a Pagani un campo decente rispetto ai 2 anni passati è che si possa svolgere una partita abbastanza normale di calcio. Ovviamente sappiamo che troveremo un ambiente difficile e caldo. Queste sono sempre partite non facili da affrontare, ma se la nostra squadra fa quello che deve fare, non ci saranno problemi. Ci stiamo preparando molto bene. La Paganese l’ho affrontata due anni fa per la prima volta al “San Nicola” e segnai una doppietta…».
La punta nata a Termoli è finito talvolta nel mirino di chi non era contento del suo rendimento, ma questo argomento non lo scompone più di tanto: «L’anno scorso ho fatto circa 14 gol, mentre 2 anni ne realizzai 20 e passa con 8 partite in meno giocate. Ovviamente, quando mancano i risultati della squadra, le cose sono viste sempre sotto un’altra luce. Quest’anno, ad esempio, le cose vanno bene e siamo in testa e i gol, come le prestazioni, vengono amplificate. Mi sento bene, a parte la botta che ho preso domenica e che sto piano piano smaltendo, mi piace anche il modulo del mister e quindi sono sereno e molto fiducioso. Se sono mai finito in panchina per scelta tecnica? Certo, succede a tutti in carriera prima o poi. L’importante e poi farsi trovare pronti quando rientri in campo e quindi lavorare duramente».
Il numero #7 dei galletti ha infine speso due parole su Polito e su quello che attende il suo Bari fino alla fine del torneo: « Il direttore? Lo conoscevo perché ci avevo giocato insieme nel Catania. E’ una persona molto schietta ed è stato sincero dall’inizio con tutti quanti noi. E’ una figura importante, che ci dà consigli e col quale parlare. Se sarà difficile il ritorno? Dobbiamo continuare per la nostra strada, senza guardare gli altri. I gironi di ritorno sono più difficili in tutte le categorie perché le squadre si attrezzano sul mercato. C’è inevitabilmente la difficoltà dell’essere stati fermi tutto questo tempo, ma è una cosa che è capitata a tutte le squadre. In più ci si è messo anche il Covid!».
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