BARI – Alla vigilia del derby tra Fidelis Andria e Bari, in programma domani alle ore 17:30, Michele Mignani ha incontrato oggi i giornalisti per la consueta analisi pre partita. Nella solita conferenza stampa tenutasi nella sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dal genovese: «Il bilancio della stagione, da quando è iniziata proprio contro la Fidelis Andria, è positivo. Ora c’è da aggiungere il resto. Quella gara contro di loro fece storia a sé perché il nostro mercato non era stato ancora completato e venivamo da un ritiro molto particolare. Dopo quella partita, abbiamo definito l’organico e abbiamo cominciato a lavorare. Dobbiamo credere di avere la possibilità di andare in gol in qualsiasi momento e questo ci deve far affrontare la partita con la giusta tranquillità. Dobbiamo inoltre mettere in campo tanta voglia, tanta fame e tanto agonismo quello, tutte caratteristiche determinanti in un campionato come questa. Nel derby di domani l’avversario Ci aspetterà col coltello fra i denti e siamo preparati a questo. Sarà una partita molto diversa di quella contro la Vibonese perché giochiamo in trasferta e non in casa nostra. L’Andria ha cambiato molto rispetto alla partita di Coppa Italia ed è una squadra formata da giocatori esperti e di categoria. Poi ha anche cambiato l’allenatore e quindi so prospettano situazioni ben diverse. E’ difficile immaginarsi che tipo di gara possa essere, ma sono certo che saranno pericolosi, molto aggressivi, che cercheranno di pressarci molto alti e di contrapporre corsa e agonismo, coerentemente con quelle che sono anche le loro caratteristiche e le loro doti».
L’allenatore del Bari ha quindi parlato più dettagliatamente della gara contro i biancoazzurri: «In un derby, gli altri hanno sempre grande motivazione, esattamente come dovremmo averla noi. Hanno però uno stimolo in più perché affrontano la grande città e la squadra col blasone. Abbiamo già visto in altre occasioni che gli avversari moltiplicano le forze e quindi dobbiamo fare lo stesso anche noi, visto l’obiettivo importante che ci prefiggiamo di centrare. Il calcio non è una scienza esatta e le partite sono sempre complicate. Dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a noi e pensare di essere più forti di tutto e di tutti. Domani dobbiamo provare a vincere, sapendo che ci aspetta una battaglia sportiva e che l’avversario di turno farà tutto per farci uno sgambetto».
Il discorso si è poi spostato sul momento che sta vivendo la sua squadra: «Contro la Virtus Francavilla siamo andati sotto di due reti nel primo tempo ed è stato poi complicato riprenderla, invece contro la Juve Stabia abbiamo preso gol su rigore alla fine del primo tempo. Dobbiamo ritrovare la consapevolezza dei nostri mezzi e la serenità. Come mai questa stia mancando nonostante il primo posto? Nella nostra testa c’è ovviamente l’idea di fare il risultato tutte le domeniche e, quando ciò non accade, si genera un pochino di ansia. Io cerco di far capire ai ragazzi che il campionato è ancora molto lungo, che abbiamo bisogno di fare punti, ma che l’obiettivo si raggiungerà solo alla fine del campionato e non certamente alla fine del primo tempo contro la Juve Stabia. Dobbiamo gestire le emozioni nella maniera giusta e capire che, nelle partite in cui si può andare sotto di un gol, non dobbiamo sentire la necessità di riprendere il risultato in 5 minuti bensì continuare a proporre le nostre idee sul campo. Certo, l’ideale sarebbe non andare sotto, e stiamo lavorando anche su questo aspetto, e sono contento che domenica scorsa non abbiamo preso gol. Era tanto che ne incassavamo e questo rappresenta un altro segnale positivo. Poi, le partite sono condizionate da episodi, come ad esempio il rigore di Castellammare di Stabia».
Il mister dei biancorossi ha poi incentrato l’attenzione sul centrocampo: «I centrocampisti stanno raggiungendo tutti più o meno la stessa condizione. Le scelte a volte sono dettate da valutazioni in merito al tipo di partita o di avversario che affronti. In alcuni casi si ha più necessità di struttura fisica, intesa puramente in termini di centimetri di altezza, perché durante le partite possono verificarsi anche delle palle inattive e quindi devi saperti opporre. Alcuni sono reduci da problemi, come Scavone, Di Gennaro e Bianco e non essendo dei ragazzini di vent’anni, non puoi buttarli dentro senza pensarci. Aldilà della risoluzione della problematica fisica in sé, poi ci vuole un po’ di tempo per ritrovare la condizione. Ogni centrocampista ha però le proprie caratteristiche. Se hai pochi elementi a disposizione, la scelta è semplicissima, ma al contempo più complicata perché hai meno alternative. Se invece hai più elementi a disposizione, la scelta è più difficile, ma allo stesso tempo più semplice perché si ha la possibilità di variare e di cambiare anche in corso. Questa settimana ho visti bene la squadra e quindi ho ancora di più la possibilità di scegliere».
A chi gli ha chiesto se i terzini siano ora più pigri a proporsi in fase offensiva rispetto ad inizio stagione, il 49enne di Genova ha concordato senza giri di parole: «Sono d’accordissimo perché nel nostro modo di giocare loro ci danno ampiezza e spinta. Quando le nostre mezzali si aprono i terzini devono avanzare e ti creano superiorità numerica, oltre che soluzioni alternative. Stiamo lavorando sulla condizione fisica e i quattro terzini che di cui disponiamo stanno bene, hanno gamba e noi dobbiamo essere bravi ad utilizzarli al meglio in situazioni sia di possesso che di non possesso palla».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione su Botta: « E’ un giocatore che nel bene e nel male ha qualcosa di diverso. Ha grande personalità e vuole avere sempre la palla. A volte si fa trovare in una zona bassa di campo e domenica è stato determinante in una ripartenza. Non si risparmia mai e spende molto durante la partita. Contro la Juve Stabia, ad esempio, alla fine primo tempo aveva raggiunto credo 6 km e mezzo di corsa, pur toccando pochissimi palloni. Gli sto dando continuità perché è in condizione e perché in alcune partite può esserci di grande aiuto quando gli avversari si chiudono. Arriverà però certamente anche per lui un momento di calo».
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