BARI – Alla vigilia dell’incontro Bari-Turris, in programma domani alle ore 17:30, Michele Mignani ha incontrato oggi i giornalisti per la consueta analisi pre partita. Nella solita conferenza stampa tenutasi nella sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dal genovese: «La settimana scorsa abbiamo superato il Monopoli ma la partita più difficile è sempre quella dopo. I numeri difficilmente mentono, come diceva un mio vecchio allenatore, e loro sono reduci da tre vittorie condite da tanti gol fatti. Non è certamente un caso o una sorpresa e quindi quella di domani sarà una partita difficile. Loro ci affronteranno a viso aperto perché questo è il loro modo di pensare e di interpretare le partite. Hanno il piccolo vantaggio, se così si può dire, di non avere nulla da perdere, come tutte le squadre che ci affrontano. Proveranno a dimostrare di essere più bravi di noi. Bisognerà poi vedere quali saranno le condizioni climatiche perché è prevista pioggia e quindi il terreno potrebbe essere diverso da quello delle altre gare. La nostra squadra sta bene, abbiamo preparato la sfida secondo me nella maniera giusta e sappiamo che affronteremo un ostacolo importante, ma vogliamo vincere e dare continuità ai risultati e alle prestazioni che stiamo facendo. Fuga in caso di vittoria? Sono troppo poche le partite giocate per parlare di fuga. Sono abbastanza appassionato di ciclismo e so che le fughe che contano sono solo quelle che partono negli ultimi strappi, prima dell’arrivo».
L’allenatore del Bari è entrato quindi più nel merito tecnico del prossimo match: « Ci aspetta una gara particolare, diversa dalle altre perché loro adottano il 3-4-3. Esistono tanti modi di interpretare un modulo, ma loro riescono ad allargare le difese avversarie perché hanno due quarti di centrocampo che stanno quasi sempre sulle linee laterali ed hanno due trequartisti che danno pochi punti di riferimento muovendosi continuamente. Poi hanno una punta centrale atipica che si muove molto e quindi dovremmo essere molto bravi a mantenerci corti in fase difensiva per diminuire gli spazi e, se c’è bisogno, di effettuare dei raddoppi, cercando di non esaltare le loro caratteristiche. In alcuni momenti della partita loro portano addirittura tre giocatori sugli esterni. Possono portare l’attaccante esterno, il quarto centrocampista aperto e il terzo difensore che accompagna l’azione spesso in sovrapposizione. Per cui dobbiamo essere bravi a lavorare di squadra per andare a trovare la parità numerica in zona di campo nelle quali loro cercano di arrivare con più elementi».
Il discorso si è poi spostato sulla capacità da parte dei centrocampisti biancorossi di segnare: «Gli attaccanti sono prevalentemente i giocatori preposti a fare gol, però l’avere dei centrocampisti che si inseriscono ed hanno la possibilità di segnare ti assicura delle soluzioni alternative. Talvolta, infatti, le punte fanno più fatica a trovare spazi perché le difese sono schierate, obbligando gli attaccanti a giocare spalle alla porta. E’ interessante che questo Bari sia primo pur facendo ancora a meno di Di Gennaro e dei gol di gente come Marras e D’Errico. Speriamo che questi ultimi li facciano quando ce ne sarà bisogno. Antenucci? So che i gol li fa e li farà e per me rappresenta una certezza».
A chi gli ha chiesto invece della buona ten ita difensiva della squadra, il 49enne di Genova ha risposto senza mezzi termini: «A tutti piacerebbe fare un calcio offensivo e provare a fare 4-5 gol a partita, però a volte devi tenere conto che ci sono gli avversari e che portare tanti uomini in zona offensiva alla ricerca della rete comporta il rischio di esporti a contropiedi e ripartenze. La squadra deve avere equilibrio e questo non vuol dire che non debba avere il pensiero di vincere. Siamo tutto tranne che una squadra che pensa a difendersi. Ritengo che nel calcio moderno ci siano due fasi e nella fase di non possesso devono partecipare tutti i giocatori che ti aiutano a chiudere gli spazi, a coprire la palla e a mettere in difficoltà gli avversari».
L’ex Modena e Siena ha poi discusso di formazione: «Come tutte le settimane, quando vieni fuori da una partita tosta, dura e difficile, come quella contro il Monopoli, ci possono essere delle piccole scorie, delle botte e dei piccoli sentimenti muscolari. Poi andiamo incontro alla stagione più fredda e quindi c’è anche da tenere in conto qualche influenza o qualche raffreddore, però in linea di massima abbiamo recuperato tutti. L’unico in dubbio è forse Celiento che dobbiamo valutare meglio degli altri. Se inserirò Antenucci? Tra stasera e domani deciderò se schierarlo in campo. Per un allenatore è complicato l’avere un parco giocatori numeroso perché devi fare delle scelte che possono talvolta penalizzano qualcuno. A volte scelgo in funzione dello stato psicofisico, altre in funzione del tipo di partita che pensi possa essere. A seconda che si prevedano più o meno spazi, valuto le caratteristiche dei miei calciatori e poi faccio delle scelte che a volte sono fortunate, altre volte meno».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione: «Vincere aiuta tantissimo e fa sempre bene, che lo si faccia in modo sporco o pulito. Questo è un campionato molto equilibrato i successi ti fanno lavorare più serenamente. Vincere contro il Monopoli è stato importante sia per il gruppo che per l’ambiente esterno. E’ stata una grossa botta di autostima, ma sappiamo che il martedì dopo la partita, tornando al campo, si azzera tutto perché bisogna preparare la partita successiva che è sempre più difficile».
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