BARI – Negli ultimi incontri sta sempre più facendo vedere il proprio valore. Raffaele Pucino è intervenuto oggi in conferenza stampa e le sue prime parole hanno riguardato il suo trasferimento in Puglia: «Terminata la stagione ad Ascoli sono rimasto senza contratto e si sono create delle condizioni per arrivare subito a Bari. Sapevo che il direttore aveva grande stima di me, ma per motivi di mercato, questo trasferimento si è verificato solo dopo. Sinceramente, ho accettato di scendere di categoria semplicemente per due motivi. Uno è Bari e l’altro è il direttore. Non sono venuto certamente per soldi. Sono contento di questa scelta e non vedevo l’ora di venire qui, semplicemente perché credo che qualsiasi calciatore sia affascinato da una piazza importante, nella quale si è portati a dare di più. Sarebbe stato tutto più semplice se fossi arrivato subito. Avrei fatto il ritiro, avrei passato più tempo con il gruppo, e avrei conosciuto meglio il mister. Insomma, mi sarei ambientato prima, però devo essere sincero che, pur essendo arrivato praticamente un mese fa, sembra qui di stare qui da tanti mesi, proprio grazie al lavoro dei compagni e della società».
Il difensore casertano ha poi commentato l’inizio di campionato molto positivo della squadra: «Sulla carta c’erano tutti i presupposti per far sì che iniziassimo il campionato in questa maniera, ma l’esperienza insegna che con la carta e con le figurine ci fai ben poco. Per fare dei grandi campionati e per ottenere dei risultati importanti ci devono essere varie componenti e noi credo che in queste in queste partite le stiamo mettendo in mostra tutti. Alludo sia alle qualità tecniche che alla guida societaria. Abbiamo il piacere di stare insieme, di allenarci, di andare a cenare insieme e credo che queste cose, a volte un po’ sottovalutate, possano lasciare il segno. Io non ne ho girati tanti di spogliatoi e posso garantire che come questo ne ho visti pochi».
Il gruppo è davvero affiatato e il terzino biancorosso ha piacere a sottolinearlo: «Si sta creando davvero un qualcosa di importante e sono convinto che col passar del tempo si possa solo migliorare. Al momento abbiamo 4 punti di distacco, ma non bisogna mai mollare perché le altre squadre, quando giocano contro di noi, danno il 300% e ci affrontano sempre come se fosse la finale di una coppa importante. Dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione, la determinazione e la cattiveria agonistica. L’intero valore di questa squadra deve ancora venir fuori anche perché sappiamo che tanti giocatori sono arrivati all’ultimo giorno di mercato, magari con una condizione fisica ancora non al top. Il Covid ha determinato delle complicanze durante il ritiro e questo sicuramente non ha permesso alla squadra di lavorare in una certa maniera. Tra qualche giornata saremo una squadra ancora più forte, più completa e più pronta a fare un campionato importante. Durante il campionato verranno dei momenti di difficoltà, ma sono sicuro che ci faremo trovare non pronti, ma prontissimi. Quello sarà il momento più importante della stagione perché chi riesce a tenere botta nel fisiologico periodo calante, dimostra di essere pronto ad essere promosso».
Il numero #25 dei galletti ha voluto aggiungere anche dell’altro su questo argomento: «Quando si parla di gruppo sano e pulito, dietro a tutto questo non ci sono solo i calciatori ma anche una società. Il presidente, dopo la partita di domenica scorsa, era emozionato quanto e anzi forse più di noi. Alludo però anche a chi lavora dietro le quinte e che spesso non vengono menzionati, come ad esempio lo staff e il direttore che ho vissuto in tre vesti. Da compagno di squadra, da amico e da direttore sportivo. Quello che mi ha colpito di più è che sia rimasto sempre la stessa persona e credo che questo sia un grande pregio, sia a livello umano che lavorativo. Poi c’è il mister che è a capo della squadra e al quale noi, da persone intelligenti, dobbiamo facilitare il compito. Fare l’allenatore non è facile perché devi avere a che fare con tante teste e devi prendere delle scelte importanti».
L’ex Ascoli ha confermato, come gli altri suoi compagni, che nessuno ha il posto sicuro: «In questa squadra non ci sono titolari e nessuno può sentirsi tale. Vi posso garantire che nessuno in questo momento sta pensando ai propri interessi. Tutti sappiamo che dobbiamo dare il 110% durante la settimana per guadagnarci il posto. Chi rimane fuori è bravo quanto chi gioca dall’inizio. Se il minutaggio accumulato nelle ultime partite mi è servito? Molto, anche perché l’ultima gara ufficiale che ho giocato risale al 7 maggio, non ho fatto il ritiro e sono arrivato in condizioni fisiche non ottimali. Il nostro ruolo, del resto, richiede una prestanza fisica importante».
Quanto al campionato di serie C: «Negli ultimi 10 anni ho disputato 9 campionati di B e, ad essere sincero, la C difficilmente l’ho seguita. Non per presunzione ma semplicemente perché di solito si tende a seguire la categoria nella quale si sta giocando. La prima cosa da fare è quella di calarsi nella mentalità giusta perché, se uno pensa di arrivare con presunzione in una categoria che non ha mai disputato o crede di poterla sottovalutare, può solo far danni. Questo è un campionato difficile perché vai a giocare su campi difficili, sia dal punto di vista del terreno che da quello ambientale. E’ un campionato un po’ più sporco rispetto alla serie A e alla serie B. Se sono qui per raggiungere la promozione? Sicuramente! Non ho centrato la promozione in serie A, perdendo in finale ai playoff, quando ero a Varese e a Pescara, ma sono convinto che quest’anno possa essere l’anno giusto. Raggiungendo la promozione, c’è la possibilità di rimanere nella storia del Bari e credo che questo sia un grande motivo di orgoglio».
Il 30enne campano ha chiuso il proprio intervento parlando del prossimo impegno: «E’ inutile nasconderci. Quella di domenica prossima è una partita ancora più importante di quella contro il Monopoli che era una formazione che ci seguiva di pochi punti e che è partita con i presupposti di lottare per un determinato campionato. La Turris è una squadra in salute e vincere significherebbe raggiungere più consapevolezza di quello che puoi fare e dare un segnale davvero importante anche a chi ti sta dietro. Ho sentito varie dichiarazioni da parte di chi ci sta dietro che addirittura danno favorite altre squadre rispetto a noi. Avranno i loro motivi! Qualcun altro pensa che siamo lì per chissà quale motivo che non sia la nostra qualità. Meglio così? Qui ci sono giocatori che si prendono le responsabilità, reggono senza problemi le pressioni e sanno cosa si è venuti a fare a Bari. Il pubblico numeroso presente al derby? E’ stata una grande soddisfazione. Abbiamo l’obiettivo di riaccendere l’entusiasmo dei tifosi dopo la scorsa stagione negativa. Poco alla volta ci stiamo riuscendo, non solo con i risultati, ma anche con le prestazioni».
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