BARI – Nel post gara della sfida tra Bari e Paganese, valevole per la quinta giornata di serie C, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo il match.
«E’ stata una partita strana dai due volti – ha esordito l’allenatore del Bari – Quando rimani in inferiorità numerica spesso puoi soffrire, però mi sembra che la nostra squadra l’abbia fatto nella maniera giusta, senza particolari patemi. Siamo stati fortunati in occasione della traversa e siamo riusciti a prendere un gol in partenza, nell’unica situazione nella quale non devi prendere gol. Ci abbiamo comunque provato e abbiamo creduto di poter vincere anche dopo il novantesimo, quindi credo che la gente abbia apprezzato questa volontà, questa voglia e questo spirito che è quello giusto per il proseguo del campionato».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola”: «Il secondo tempo mi è piaciuto forse più del primo perché nei primi 45 minuti abbiamo avuto situazioni di ripartenza che non abbiamo gestito bene e abbiamo sbagliato tante cose facili per forzare le giocate. Quando sbagli le cose facili, ti tocca correre. Questo mi fa arrabbiare di più soprattutto perché eravamo passati subito in vantaggio e l’ansia di revuperare il risultato l’avrebbero dovuta avere gli altri. Noi obbiamo avere serenità perché abbiamo la qualità per gestire bene la palla e per decidere quando andare a far male e quando invece far correre gli altri. Abbiamo speso tanto nel primo tempo anche a causa del gran caldo. Il centrocampo ha fatto un gran lavoro in fase di non possesso e per assurdo nella ripresa ha gestito meglio la palla».
Secondo il 49enne di Genova quello di oggi non è un pareggio da buttare: «I punti si accolgono sempre volentieri. Quello conquistato oggi è un punto che mettiamo lì. Sappiamo benissimo che, per arrivare dove vogliamo, bisogna fare tanti punti. Le partite sono così, cambiano in un secondo e bisogna essere bravi nella lettura e nella gestione. Non bisogna poi cascare nelle provocazioni. Ho visto la squadra crescere nel secondo tempo anche sotto l’aspetto fisico e, anche senza averne la certezza, credo che se fossimo rimasti in 11, forse saremmo riusciti a portare a casa il successo. Non è nemmeno giusto pensare che anche in 10 non la puoi portare a casa, ma la cosa bella è che ci abbiamo creduto, non ci siamo rintanati dietro abbiamo giocato con personalità, creando occasioni. Prendere un gol in contropiede, in 10 contro 11, rappresenta il dispiacere più grosso. Il campionato è lunghissimo e succede di disputare partite come questa. Le accettiamo e pensiamo già alla prossima».
Quanto ad Antenucci: «A tutti capita di sbagliare un rigore. È ovvio che Antenucci sia un giocatore che ha caratteristiche da finalizzatore e io gli chiedo anche tanto sacrificio, ma si è messo a disposizione della squadra. E’ in condizione, sta bene, ma non ha ovviamente le caratteristiche di Cheddira. Secondo me, in questo momento gli manca l’occasione per tirare in porta e far gol. Questo forse lo intristisce un po’. Lui ha sempre fatto tanti gol, soprattutto qui, però è anche vero che si possa segnare in tanti modi, anche su rigore o con tiri da fuori. Secondo me ha fatto un buon primo tempo e poi dovevo fare una scelta e poiché avevo bisogno di gente con più corsa è più sacrificio, ho sacrificato due giocatori di qualità. Sono contento della rosa a disposizione e non cambierei nessun giocatore con altri. Siamo in tanti e so che ci può essere qualche malcontento, ma sceglierò sempre in maniera molto libera».
Il tecnico dei galletti si è congedato discutendo l’espulsione di Bianco: «Vedendo la situazione dal basso, non potevo avere una visione chiara dell’episodio. I ragazzi mi hanno detto come sia andata, ma credo che queste siano situazioni che in questo campionato succedono e a volte vengono gestite con un metro differente da caso a caso. Io devo guardare l’atteggiamento e quello che la squadra fa in campo, inteso come gioco e palla in movimento».
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