E’ arrivato a Bari poco più di una settimana fa e contro il Monterosi Tuscia ha esordito con la nuova casacca guidando egregiamente la difesa insieme a capitan Di Cesare.
Emanuele Terranova si è presentato oggi in conferenza stampa e ha subito spiegato alla stampa cosa lo abbia spinto a venire a Bari: «Per me è stato semplice accettare questa destinazione. Da Cremona non mi ha cacciato nessuno e quella di trasferirmi qui è stata esclusivamente una mia scelta personale. Non volevo rimanere nella mia “comfort zone” e mi sono trovato a decidere da che parte stare. Ho ricevuto una chiamata dal direttore che mi ha chiesto se me la sentissi e io ho risposto in modo determinato perché mi sento ancora pronto a dire la mia in un campionato nel quale non ho mai giocato. Ho infatti sempre fatto Serie B e Serie A. Sono contento e felice di portare con me questa esperienza e di vestire questi colori che sicuramente difenderò fino alla morte. Da parte mia ci sarà sempre il massimo impegno e la massima determinazione. Cosa ho pensato quando si è materializzata la possibilità di venire a Bari? Il vedere lo stadio pieno di nostri tifosi. Magari alle ultime giornate, quando già il verdetto è stato emesso. Questo stadio mi è sempre piaciuto e non vedo l’ora che questo sogno possa avverarsi».
L’esperto difensore centrale ha le idee chiare e grandi motivazioni che ha provato a raccontare: «Questa è una scommessa che voglio vincere insieme ai miei compagni di squadra, alla società e a tutti voi tifosi. Il nostro obiettivo è quello di riportare i tifosi dalla nostra parte perché so che veniamo da 2 anni di difficoltà e so che in questa piazza si mastica del calcio vero. Sono pronto per questa sfida e sono sicuro che tutti insieme riusciremo ad arrivare al traguardo. Battere i rigori? Non è un discorso che mi interessa Dobbiamo ragionare col “noi” e non con “l’io”. In squadra ci sono i giocatori validi per andare sul dischetto. Il mio vero interesse è quello di portare il Bari dove merita e cioè un’altra categoria che tutti noi sappiamo».
Con Ciro Polito, e non solo, c’è un rapporto che affonda le sue radici molto lontano: «Io e il Direttore siamo stati compagni di squadra nel Sassuolo e ci conosciamo da tanto tempo. c’è una stima reciproca, soprattutto a livello umano, e ci siamo scontrati parecchie volte da avversari. Tra di noi c’è stato sempre un certo legame e so che è un direttore molto bravo. Dirà la sua anche quest’anno. Pucino? Ci conosciamo da parecchio tempo, abbiamo giocato insieme e ci siamo scontrati tante volte da avversari. Anche con lui ho un legame fortissimo e lo stesso dicasi con Mazzotta o con altri miei compagni».
Il 34enne ha poi descritto una propria peculiarità: «Sono un leader molto silenzioso coerentemente col mio carattere. Quando c’è però da farsi sentire, lo faccio, sia in campo che dentro lo spogliatoio. Se non fai bene durante l’allenamento, se durante la settimana non ti impegni al massimo e se snobbi la categoria, si rischia di fare solamente brutte figure. Bisogna impegnarsi giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, per dare sempre il 100%. Parlo innanzitutto per ricordarlo a me stesso».
Quanto alle sue prime impressioni su questo gruppo: «Sono state più che positive. I miei compagni mi hanno fatto sentire subito a mio agio e per questo li voglio ringraziare pubblicamente. Sono convinto che la cosa principale in una squadra sia la compattezza dentro lo spogliatoio. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte per un unico obiettivo. E’ ovvio che poi il mister farà le sue scelte che ci saranno purtroppo dei giocatori che non giocheranno, però il livello della squadra si è alzato notevolmente e questa rappresenta una cosa super positiva. Ognuno darà il massimo in allenamento per mettere in difficoltà l’allenatore. Abbiamo comunque tutte le carte in regola per fare bene».
A chi sostiene che la rosa del Bari sia troppo “anziana”, il giocatore siciliano di Mazara del Vallo ha risposto consapevolmente: «Nei 4 campionati che ho vinto nella mia carriera ho capito che in una squadra ci voglia il giusto mix di giocatori tra quelli di esperienza e quelli più giovani. I primi servono dentro lo spogliatoio magari per richiamare qualcuno e nel rettangolo di gioco a metterci la giusta esperienza. I secondi hanno invece la “salute” e possono dare una grossa mano».
La Lega Pro è una competizione complicata e l’ex Cremonese lo sa molto bene: «Questo è un campionato molto difficile e già domenica scorsa mi sono reso conto di che tipo di torneo sia la serie C. Si possono incontrare delle squadre che a livello tecnico non sono un granché, ma che mettono in campo altre componenti. Contro questi avversari può farsi dura e rischiare di ritrovarti ad inseguire quando non riesci a fare un gol o a sfruttare un’occasione per bene. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita ed infatti oggi, alla ripresa degli allenamenti, abbiamo la mente già proiettata a domenica prossima, quando faremo visita al Picerno e ci ritroveremo ad affrontare un’altra battaglia».
Il discorso si è poi spostato su Mignani: «Col mister ho avuto un confronto il giorno stesso in cui sono arrivato. Mi ha parlato delle sue idee è abbiamo fatto una chiacchierata assolutamente tranquilla parlando un po’ di tutto. Abbiamo anche parlato ovviamente di alcune situazioni difensive che vorrebbe attuare quest’anno e alle quali non sono abituato. La settimana scorsa abbiamo quindi lavorato soprattutto su tali aspetti».
Il numero #26 dei galletti ha infine fatto un’ultima riflessione: «Per vincere certi campionati bisogna avere la consapevolezza di essere forti. Ogni settimana, dopo la partita, il mister ci fa vedere dove possiamo migliorare e dove abbiamo sbagliato. Ogni giorno per noi deve essere un punto di partenza nell’ottica di migliorare e fare le cose che ci chiede il mister. Ricordiamoci che il DS ha fatto gli ultimi acquisti proprio l’ultimo giorno di mercato, siamo in tanti e, come ha detto anche il mister in conferenza, siamo un cantiere aperto. Quella che comincia oggi è la prima settimana in cui abbiamo la possibilità di lavorare tutti insieme».
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