BARI – Alla vigilia dal match interno che il Bari disputerà domani contro la Fidelis Andria, alle ore 21:00, Michele Mignani ha incontrato oggi i giornalisti per un’analisi pre partita.
Queste sono state le prime parole pronunciate dal genovese: «Domani dobbiamo aspettarci intanto un atteggiamento giusto e poi la voglia di fare una partita di un certo tipo, nonché di superare il primo turno di Coppa Italia. Quest’estate abbiamo purtroppo bruciato il ritiro perché abbiamo avuto 10 giocatori contagiati e il resto della squadra si è dovuta allenare rispettando il distanziamento. In pratica abbiamo cominciato a lavorare quando siamo arrivati a Bari. Il mercato è ancora in evoluzione e ci sono elementi che sono arrivati prima o dopo, mentre altri non sono disponibili. Non abbiamo grossissime alternative e quindi dobbiamo aspettarci quella che può essere l’impronta del Bari di adesso».
L’allenatore del Bari è consapevole che sia ancora prematuro sperare di vedere una formazione al top: «Il quadro sarà più completo quando si avrà la rosa definitiva. Per forza di cose non potrà essere quella di domani la nostra migliore partita. I ragazzi mi seguono e un po’ di lavoro l’abbiamo fatto, ma è chiaro che siamo all’inizio e possiamo aspettarci solo un accenno del Bari che sarà. Io me l’aspetto, ci credo, lo voglio vedere, lo pretendo e lo esigo. penso che saremo al 20%. Mi auguro che si posso avere un margine di crescita importante, ma senza il lavoro e le partite non si può crescere».
Quanto alla condizione: «Non può essere ottimale, ma sta crescendo. Tutti stanno lavorando nel modo giusto e si stanno impegnandosi per arrivare al top. Il gruppo sta crescendo sia a livello individuale che a livello di squadra. Il modo migliore per ottenere la condizione migliore è però quello di giocare delle partite e purtroppo noi abbiamo avuto l’handicap di non poter disputare delle amichevoli. Ne abbiamo giocate solo due negli ultimi sette giorni, contro formazioni minori. Ormai è successo e bisogna guardare avanti».
Il mister dei biancorossi ha poi parlato di alcuni singoli: «D’Errico e Simeri? Il primo è stato fermo tutto il ritiro a causa del Covid, mentre il secondo si è fermato alla fine. Celiento? Non è ancora pronto. Citro? Sta recuperando da un serio infortunio. Sta cominciando a lavorare con il gruppo e a scrollarsi di dosso alcune paura, ma ci vorrà ancora un pochino di tempo per vederlo al meglio. Botta? E’ arrivato per ultimo e abbiamo deciso di fargli fare un lavoro personalizzato. Lo integreremo gradualmente in un contesto di gara. Nell’ultima amichevole ha giocato 45 minuti. Stiamo facendo comunque le nostre valutazioni e abbiamo ancora oggi o domani per cercare di capire se farlo giocare dall’inizio o se impiegare qualche altro elemento che ha lavorato di più e utilizzare l’argentino come arma in più, nel corso della partita. Marras? Se starà bene, sarà convocato. Hamlili? E’ un ragazzo che ho apprezzato in questi giorni, ma probabilmente abbiamo deciso di non puntare su di lui. C’è il dispiacere di fondo sotto l’aspetto umano, ma purtroppo bisogna fare delle scelte. Mercurio? Ha avuto un problema muscolare e quindi non sarà disponibile».
A chi gli ha chiesto notizie circa la formazione, il 49enne di Genova è stato chiaro: «Di solito non la anticipo mai il giorno prima perché la decido sempre il giorno della gara. E poi non credo sia giusto concedere dei vantaggi all’avversario, perciò preferisco tenerla per me. E’ altrettanto chiaro che l’undici da mandare in campo sia abbastanza obbligato anche perché abbiamo deciso di convocare solo i giocatori che entrano nel progetto di quest’anno e di non convocare invece quelli che riteniamo non facciano più al caso nostro e sono in attesa di sistemazione. La Fidelis Andria? E’ una squadra che vorrà sicuramente ottenere il suo obiettivo, ma noi dobbiamo pensare a noi stessi e quindi non è giusto parlare del nostro avversario. Dobbiamo cominciare a ragionare con una mentalità vincente».
L’ex Modena e Siena ha quindi approfondito l’argomento legato all’aver puntato su una rosa esperta: «Credo che fare dei calcoli sulla media dell’età della rosa sia adesso un po’ troppo presto. Abbiamo ritenuto di puntare su alcuni giocatori esperti che ci davano affidabilità dal punto di vista non solo del valore in campo, ma anche dello spirito e delle qualità umane. Attorno a loro vorremmo costruire una rosa composta anche da giocatori più giovani. Il mercato non si è ancora concluso anche perché questo è un mercato molto difficile e sotto certi aspetti siamo rimasti un po’ ingolfati. Mi sono fatto l’idea che negli scorsi anni la responsabilità sia stata scaricata eccessivamente su chi ha più carriera alle spalle o ha un cognome più importante. Io ragiono in maniera diversa e credo che le responsabilità vadano divise tra tutti, l’allenatore in primis perché è colui che fa le scelte. Sarà mio compito, di partita in partita, scegliere di far giocare quelli che stanno meglio e quelli che hanno più qualità, a prescindere dalla data di nascita e dal loro cognome».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione: «Spero che ci venga data la possibilità di riportare quell’entusiasmo che magari nell’ultimo periodo è stato perso. Non sarà il caso di dare giudizi dopo una partita o dopo 10 giorni, ma dopo un percorso. Attraverso le prestazioni e i risultati, cercheremo di dimostrare, prima di tutto a noi stessi e poi a voi tutti, che meritiamo fiducia, stima e applausi. Gli ultras hanno deciso di non essere presenti? Mi dispiace tantissimo perché vorrei sempre che i nostri tifosi venissero allo stadio. Quella del distanziamento non è una decisione che ha preso il Bari. Spero che domani questo non condizioni la squadra. Mi auguro che col tempo la faccenda si possa risolvere».
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