BARI – Nel post gara del derby vinto 2-1 dal Bari sul Bisceglie, valevole per l’ultima giornata del girone C del campionato di serie C, Gaetano Auteri ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo il match.
«E’ stata una partita strana, nella quale abbiamo fatto bene a tratti – ha esordito l’allenatore del Bari – ma dobbiamo e possiamo fare meglio. La prima volta che loro hanno passato la metà campo abbiamo preso gol, ma siamo stati bravi a recuperarla. Abbiamo poi condotto bene la gara, cercando degli aggiramenti importanti con Rolando e Ciofani e delle percussioni centrali, avanzando anche con i difensori centrali. Non abbiamo buttato via palloni dalla trequarti e siamo anche andati spesso alla conclusione, però non abbiamo centrato la porta e non abbiamo sfruttato alcuni traversoni. Ci manca talvolta la palla giusta, come accaduto in occasione del gol di Antenucci nel secondo tempo, anche se ne abbiamo create tante anche nel primo. L’abbraccio finale è stato importante, a dimostrazione di un’unità d’intenti e di una simbiosi che non manca in questa squadra. Il test odierno non è però molto probante è neanche tanto attendibile, ma bisogna insistere e continuare su questa strada, giocando da squadra».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato di aver notato dei progressi importanti, soprattutto da parte di alcuni elementi: «Qualche miglioramento collettivo e individuale c’è stato, soprattutto a livello di prestazione da parte di 3-4 giocatori che sono ritornati. Alludo ad esempio ad Antenucci che stasera è stato molto importante con la sua mobilità e incisività senza mai dare punti di riferimento. Ha fatto gol e fornito assist. Sono rientrati Ciofani e Bianco e stanno bene come Lollo. Ho visto meglio Maita e De Risio, mentre qualcun altro deve invece ancora crescere, ma questo lo avevo già constatato in allenamento. Cianci ad esempio ha bisogno di un po’ di continuità di lavoro. Ha fatto bene il primo tempo, ma nel secondo si è un po’ seduto perché probabilmente era un po’ stanco. Mercurio? Sa giocare come si deve ed ha dalla sua anche una bella freschezza mentale. Ha fatto due-tre cose importanti, da giocatore vero, però non gli diciamo tante altre cose sebbene, per come l’ho conosciuto, sia un ragazzo posato ed equilibrato».
Il 59enne di Floridia dovrà ora sfruttare il tempo che divide la sua compagine dai playoff: «Abbiamo 10 giorni per provare a fare alcune cose nuove. Come vi avevo già preannunciato, probabilmente cambieremo qualcosa, senza però mai rinunciare al nostro atteggiamento. Anche stasera abbiamo aggredito tantissimo e abbiamo costretto l’avversario a ricorrere quasi sempre a effettuare lunghe giocate, sebbene in una di queste abbiamo preso anche gol. Dobbiamo certamente migliorare sotto l’aspetto difensivo ed essere più solidi e da questo punto di vista credo che una mano ce la possa dare Celiento che è un giocatore molto reattivo. Il gruppo lo conosciamo profondamente, ma il tempo non è tantissimo. E’ però mio dovere provare a fare di tutto per mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili».
A chi gli ha fatto notare che probabilmente la sua squadra talvolta sia deficitaria dal punto di vista dei movimenti senza palla, l’ex Catanzaro ha spiegato la sua visione: «Quando tu cominci la partita aggredendo, alzando il baricentro e prendendo il controllo del gioco e passi in svantaggio, come accaduto stasera, gli spazi si chiudono ancora e allora bisogno avere pazienza e quindi muoversi senza palla non è facile negli spazi intasati. Alla fine loro si sono schierati con una linea a 6 negli ultimi 20 metri con il trequartista che faceva da centrocampista aggiunto nella fase difensiva. Siamo stati comunque bravi e lucidi e poi, quando le partite si sbloccano, si riesce di più a muoversi senza palla in quanto aumentano gli spazi. Adesso troveremo squadre di livello diverso, più consistenti, che certamente giocheranno maggiormente rispetto a quelle che abbiamo trovato di recente. Noi abbiamo però le qualità per fare bene ed io sono fiducioso. Certo che se avessimo anche i tifosi! Ieri sera abbiamo visto un video strepitoso della stagione 2013-2014 che non sono conoscevo e che mi ha letteralmente affascinato. Purtroppo, noi tutto questo non l’abbiamo potuto vedere».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione in ottica playoff sull’opportunità, almeno inizialmente, di poter non avere l’obbligo di vincere: «Le gare secche sono come finali. Si comincia sempre in un modo guardingo ed equilibrato ma poi, col passare dei minuti, è chiaro che la squadra che ha l’obbligo di vincere la gara debba prendersi qualche rischio in più. La prossima gara potremo accontentarci di due risultati su tre, ma si sa che una gara si evolve e cambia continuamente».
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