BARI – Alla vigilia del derby contro il Foggia Massimo Carrera ha incontrato oggi i giornalisti per la consueta conferenza stampa pre partita. Nella solita videoconferenza trasmessa dalla sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dall’allenatore del Bari: «Dall’infermeria arrivano notizie positive. Abbiamo recuperato tre giocatori e oggi, durante la rifinitura, valuteremo insieme ai giocatori la loro condizione e deciderò chi utilizzare o meno anche perché bisogna tenere in debito conto che i rientranti non hanno ancora i 90 minuti nelle gambe. Ciò che vogliamo è dare il 200% in tutte le partite, sudare la maglia e vincerle tutte. Cosa ho detto a Bianco per l’espulsione di domenica scorsa? Ciò Lo sappiamo io e lui. Ci siamo chiariti davanti a tutta la squadra e questo rimane tra di noi».
Quanto al modulo tattico col quale la squadra giocherà contro i cugini rossoneri: «Ci sono tante idee che mi frullano in testa, ma c’è bisogno di confrontarsi con la disponibilità e la prontezza dei miei giocatori per capire se siano in grado di fare quello che io chiedo. A me piace cambiare spesso il modo di giocare, anche durante la partita stessa perché penso che i giocatori debbano essere in grado di sapersi adattare a qualsiasi situazione in campo. Antenucci e Cianci? Li ho visti bene in settimana e credo che possano benissimo coesistere in attacco. Pietro si è ristabilito dal problema che aveva al piede e quindi è anche lui arruolabile».
Quello contro i satanelli è un appuntamento molto sentito e il mister dei biancorossi ne è consapevole: «I derby sono sempre delle partite particolari, nelle quali non influiscono né la condizione fisica né quella psichica delle contendenti. Ne ho giocati molti in carriera, da nord a sud e anche all’estero, e so bene che vanno affrontati in campo con cattiveria agonistica. Il Foggia non è in un periodo particolarmente brillante? Non conta se una squadra venga da un periodo negativo o positivo, conta solo l’approccio mentale a questo tipo di sfide. La vittoria andrà a chi ha più voglia di vincere, di soffrire, di lottare e di fare la partita. I miei giocatori sanno cosa voglia dire giocare un derby. Ci aspetterà come sempre una battaglia e dovremo essere pronti a questo. Bisogna lottare su ogni pallone, dobbiamo essere bravi a tenere la squadra corta e stretta, a non lasciare spazio alle loro pericolose ripartenze e dobbiamo cercare di vincere per continuare a fare più punti possibili».
A chi gli ha chiesto delle sue motivazioni, il 56enne di Pozzuolo Martesana è stato chiaro e deciso: «Io ci credo ancora alla serie B, altrimenti non sarei qui e non avrei accettato questo incarico. E ci credo perché ho visto un gruppo unito, un gruppo che ha voglia di lavorare e un gruppo che ascolta quello che dico. Con i miei ragazzi ho usato la parola “sognare” perché penso che essa faccia parte della vita. Bisogna avere ambizioni, passione e cercare di raggiungere qualcosa di importante. Solo chi osa e sogna ci riesce. Noi abbiamo la possibilità e il dovere di provarci fino alla fine. Ringrazio la gente di Bari per l’affetto che mi ha tributato al mio ritorno. Adesso il nostro compito, il mio in primis, è però quello di portare a casa i risultati. Solo in questo modo possiamo far tornare a sorridere i nostri tifosi. A loro non farei nessun appello in un’occasione del genere. I sostenitori biancorossi sono calorosi e in situazioni come quelle di domani sarebbero stati sicuramente il dodicesimo uomo in campo con le loro coreografie e con la loro spinta».
L’ex AEK Atene è poi tornato per un attimo indietro alla partita disputata domenica scorsa: «Da quando sono arrivato ho più certezze, anche perché conosco di più il gruppo e conosco maggiormente le qualità di ogni singolo giocatore. Se a Catania abbiamo sofferto i ritmi alti? Non credo. Nella ripresa, soprattutto dopo l’uscita di Cianci, non siamo più riusciti a tenere palla in avanti e dare peso alle nostre giocate. Ci siamo quindi fatti schiacciare in difesa, sebbene non volessimo abbassare il baricentro del gioco. Ci sono anche le altre squadre che giocano e i siciliani ci hanno messo in difficoltà con queste palle lunghe, ma abbiamo concesso pochissimo. Non penso quindi che questo sia un difetto del Bari. Non abbiamo creato molto, ma questo fa parte del calcio. Avremmo potuto fare sicuramente meglio quando eravamo in possesso di palla però sono aspetti che stiamo cercando di migliorare e ci vuole tempo. Sono rimasto contento della prestazione dei ragazzi perché hanno lottato fino alla fine e questa è la strada giusta da seguire. Ogni partita e a sé ed è diversa dalle altre».
Il lombardo ha quindi affrontato nuovamente il discorso legato all’eventuale acquisto di nuovi elementi dal mercato degli svincolati: «E’ importante per un allenatore avere qualche idea in più, ma ci devono essere le condizioni tecniche giuste. Non è semplice trovare un giocatore svincolato che in questo momento sia già pronto per giocare. Valuteremo con calma se ci sarà la possibilità di intervenire sul mercato, non tanto per avere una rosa più ampia, ma per far aumentare la qualità di questo gruppo»
Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione: «Con la squadra ho lavorato su tutto. Sotto l’aspetto mentale, fisico e tattico. Ogni giorno si fanno progressi e si cerca di dare delle soluzioni e delle motivazioni alla squadra. Il lavoro mio e dello staff è quello di mettere nelle migliori condizioni i giocatori per dare il massimo la domenica. Chi temo del Foggia? Non temo un singolo giocatore perché sicuramente il talento ti può far vincere la partita, ma sono l’organizzazione di squadra e la disponibilità al sacrificio del gruppo che ti fanno vincere le partite».
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