Ha trascorso gli ultimi tempi in convalescenza per recuperare dopo un infortunio, ma a Potenza, nel turno infrasettimanale di campionato, Simone Simeri è tornato e lo ha fatto alla grande. Suo è stato il gol della sicurezza, il quarto inferto ai lucani, e la sua gioia, al termine del match, è evidente.
Intervenuto in conferenza stampa, l’attaccante del Bari ha esordito così ai microfoni dei giornalisti: «L’anno scorso ho realizzato il primo gol con Vivarini e anche oggi sono andato in rete dopo tre mesi di astinenza. L’ultimo mio gol l’ho messo a segno durante gli scorsi playoff contro la Carrarese. Dopo l’infortunio sono stato tutti i giorni come relegato in purgatorio a pensare di tornare in campo a lottare con i miei compagni. Al di là della prestazione della squadra, segnare era una cosa che volevo a tutti i costi e che mi mancava tanto».
Il bomber biancorosso ha poi spiegato che la sua rete non è stata frutto del caso: «L’azione che ha portato al mio gol è la fotocopia di un tipo di schema che proviamo e riproviamo in allenamento perché il mister vuole che le punte attacchino subito l’area di rigore quando usciamo».
Quanto al suo stato di forma, il numero #9 dei galletti ha confessato di non essere ancora al massimo: «Sono a buon punto, ma non ancora la 100%. Sto lavorando duramente ogni giorno per arrivare al top. Domenica ero in panchina perché avevo parlato col mister e gli avevo detto che non me la sentivo di giocare. Questa di stasera è stata di fatto la prima partita dopo l’ultimo infortunio. E’ stato importantissimo calcare di nuovo il campo».
In chiusura il 27enne napoletano ha raccontato come ha trascorso gli ultimi tempi lontano dalle gare ufficiali: «In questo periodo di stop ho pensato di tutto e di più. Oltre all’infortunio dovevo fare i conti con questa situazione dell’emergenza Covid e quindi mi sono dovuto allenare duramente anche da solo per un mese e mezzo. Siamo costantemente attenti a non uscire e tornare a casa dopo ogni allenamento. Quello della convalescenza non è stato un periodo troppo allegro e stasera è stata per me davvero una liberazione».
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