In vista della gara contro la Ternana, a suonare la carica per i galletti è il suo centravanti Simone Simeri. «I play-off si avvicinano e non si può sbagliare – ha dichiarato l’attaccante del Bari in queste ore – ci stiamo proiettando verso un finale di tre gare per noi fondamentali, nelle quali ci giochiamo tutto il campionato. Quella contro la Ternana è una partita importante e che aspettavamo da tantissimo tempo. Speriamo che lunedì vada tutto per il verso giusto. Ci stiamo preparando nel miglior modo possibile e stiamo lavorando come si deve. Noi siamo il Bari e quindi c’è un pizzico di preoccupazione perché sappiamo di dover fare bene. Siamo una grande squadra e speriamo di poter dare tutto per portare la città in serie B. Nello spogliatoio? Si respira un’area serena e la giusta ansia, nella consapevolezza dell’importanza del match. La condizione mentale potrà fare la differenza».
L’assenza del pubblico e il “San Nicola” vuoto non è di certo una bella notizia: «I nostri tifosi non ci saranno allo stadio e questo ci penalizza, soprattutto sotto il punto di vista emotivo. Per tutto l’anno il loro supporto è stato importante. Sono stato qui anche l’anno scorso e so quanto vale il tifoso barese. Quando scenderemo in campo lunedì, sapremo che al di fuori di questa navicella spaziale del “San Nicola” ci sarà una città intera a tifare per noi».
La punta partenopea è davvero attaccato alla piazza: «Bari per me è tutto. Amo città e i tifosi. So che loro mi vogliono bene e io devo per forza contraccambiare il loro attaccamento con la vittoria. Per venire qui ho rinunciato al piccolo sogno di andare in serie B e spero che quel sogno di due anni fa possa avverarsi tra 15 giorni. Centrare due promozioni di fila sarebbe motivo di orgoglio. Ci terrei soprattutto per una città che merita palcoscenici importanti. A Bari, persino la B sarebbe stretta. Da quando sono a Bari, il mio primo obiettivo è di approdare in cadetteria, il prima possibile».
Il numero #9 dei galletti ha così chiuso il suo contributo sui canali ufficiali della società: «Il lockdown è stato molto particolare per me perché sono stato due mesi e mezzo chiuso in casa da solo, lontano da tutto e tutti. Tornare alla vita normale, fuori e dentro al campo, è un qualcosa di bello. La gioia di ritornare su un campo da calcio è immensa perché viviamo di calcio, sia noi che i tifosi».
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