Un giocatore come lui è davvero una sorta di extraterrestre in una categoria come la serie C. Karim Laribi è approdato da pochissimo tempo a Bari e per lui non è stata una scelta facile, quella di accettare di giocare in una serie inferiore, ma le sue dichiarazioni in conferenza stampa dimostrano quanto la sua nuova destinazione sia da lui gradita. «In C avevo giocato solo dopo la primavera – ha esordito il centrocampista del Bari – e quando mi hanno proposto di tornarci, lo ammetto, non è stato semplice. La verità è che però qui di Serie C c’è solo il campionato da giocare: piazza e società sono di un’altra categoria».
Il 28enne nato a Milano ha ricevuto una buona impressione dai compagni: «A livello collettivo contro la Sicula abbiamo fatto certamente meglio facendo emergere le nostre qualità tecniche, mentre contro la Reggina abbiamo avuto un po’ più di difficoltà, soprattutto sugli ultimi 30 metri, ma l’abbiamo riacciuffata contro una squadra che a pallone ha giocato poco. Credo che la nostra squadra abbia un grandissimo carattere e lo abbia dimostrato a Reggio. La Serie C è un campionato molto tosto, però mancano molte partite e secondo me tutto è possibile. Il nostro obiettivo deve continuare a essere quello di pensare a noi, cercando di macinare più punti possibile a prescindere da quello che fanno gli altri».
Aprendo la scatola dei ricordi, l’italo-tunisino ha toccato un tasto dolente: «So che ora ne tirerò fuori uno doloroso per i tifosi del Bari, ma ricordo la mia partita qui con il Latina: il San Nicola era pieno in ogni settore. Il mio sogno è quello di rivederlo così indossando questa maglia. Qui ritrovo Schiavone e Milani?: Li ho sentiti spesso nei giorni che hanno preceduto la mia scelta di venire qui, ma quello che ci siamo detti è un segreto. Sono molto felice di fare questo percorso con loro. Cercherò di sdebitarmi per i gol segnati al Bari da avversario. Futuro? Vediamo in questi mesi, poi si faranno le valutazioni; sono qui per dare il mio contributo».
Quanto alla sua posizione in campo, il giocatore Lombardo non ha preferenze particolari: «Sono al servizio di tutti i compagni che hanno bisogno di me in campo, mi metto a disposizione cercando di fare quello che so fare meglio: passare la palla. Io non ho problemi a giocare come mezz’ala, mezza punta o esterno. Ho una buona qualità nel ricoprire più ruoli e questa è una fortuna. Il numero 10? Lo hanno avuto tanti giocatori e il mio idolo calcistico è sempre stato Baggio. L’ha avuto anche Brienza che per me è sempre stato un piccolo idolo, di quei piccoletti che sapevano giocare dietro le punte. Quando sono arrivato, prima di prendere la n.10, ho chiesto il permesso a Ciccio».
L’ex fantasiste dell’Empoli non è ancora al top e in queste sue prime uscite in biancorosso lo si è visto. «Ho bisogno ancora di tempo per arrivare al massimo della forma – si legge sul sito ufficiale del club pugliese – ma sono stato buttato subito nella mischia anche se non giocavo da un po’. Credo di star bene, non ho avuto dolori e questa è una cosa importante».
Il numero #10 dei galletti ha anche raccontato qualche aneddoto personale: «Nello spogliatoio, sono un po’ rompiscatole, soprattutto con i ragazzi più giovani, perché voglio che crescano e migliorino. Sono convinto che se lavori in questo modo, loro possano dare un contributo enorme alla squadra. È quello che hanno insegnato a me e io cerco di trasferirlo a loro. I gatti? Li amo, ne ho uno che si chiama Ivy che ho portato con me a Bari, non potevo lasciarlo solo». L’ultima battuta di Laribi ha riguardato i tifosi del Bari: «Chiedono di sudare la maglia ed è una cosa che farò sempre. Poi posso mandare un pallone in curva, ma rispetto e massimo impegno non mancheranno mai».
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