BARI – Dopo il buon punto conquistato dalla Vibonese su un terreno molto difficile come quello di Bari, il suo allenatore Giacomo Modica nel post gara è certamente soddisfatto, ma non nasconde un pizzico di amarezza per aver accarezzato il sogno di fare bottino pieno.
«Siamo stati bravi a stare dentro la partita per tutti i 90′ – ha commentato il 55enne di Mazara del Vallo – anche ci sono state delle fasi che dovevamo leggere un po’ diversamente, ma nel complesso sono soddisfatto, perché abbiamo giocato molto bene contro una grande squadra come il Bari. C’era della gente che non era mai stata in uno stadio del genere quindi per noi è un motivo di grande orgoglio perché abbiamo saputo giocare a pieno regime. A prescindere che io abbia azzeccato o meno i cambi, dispongo di giocatori importanti che sanno seguire ciò che io dico loro; chi non gioca non è per propri demeriti, ma per il fatto che devo fare delle scelte in base alle loro condizioni fisiche o di come ci si è allenati durante la settimana. Ho dovuto fare anche un cambio forzato nel primo tempo, anzi mi fa piacere sapere che Enrico Altobello non molla e che stia meglio (dimesso dall’ospedale poco dopo la fine del match n.d.r.)».
Sull’episodio dell’infortunio di Altobello, in occasione dell’1-0, l’ex Cavese ha più di qualcosa da ridire: «Il gol iniziale mi ha onestamente disturbato molto. Non perché il Bari non avrebbe dovuto fare gol, ma perché in questi casi (oggi ci scappava quasi il morto!) l’arbitro avrebbe dovuto fermare il gioco. A prescindere se si fossero scontrati due della stessa squadra. Subire gol avrebbe potuto affossarci, ma al di là dell’aspetto sportivo, penso che il direttore di gara si sarebbe dovuto sincerare innanzitutto della condizione di salute del giocatore».
Per quanto riguarda la partita, il tecnico dei calabresi ha qualche riumpianto: «C‘è molto rammarico per l’errore al 93’ di Taurino, perché sarebbe finita lì e avremmo portato a casa un risultato molto importante. Se avessimo avuto una brillantezza mentale per metterla dentro staremmo a parlare di altro. Ripartiamo da qui, sono contento per la crescita che stanno avendo i miei ragazzi. Non abbiamo ancora vinto in trasferta? Evidentemente siamo una squadra di cuore a cui piace fare i regali con massima generosità (sorride n.d.r.). Scherzi a parte, non riusciamo a essere incisivi. Secondo me è una questione di condizione e di poco cinismo sotto porta.”
L’ultima battuta riguarda il suo appellativo di allenatore zemaniano: «Avere questa etichetta mi onora e mi gratifica. Zeman ha dato tanto al calcio e il maestro rimanere sempre lui. Sottoscriverei col sangue il poter arrivare a fare anche solo la metà di quello che ha fatto lui».
Grande prova della vibonese aiutati da undici provoloni del Bari