Indietro tutta, o quasi. Questo Bari è lontano dagli umori del suo popolo

Poco coraggio e poca cattiveria nell'approccio alla partita. Quattro i punti in meno rispetto all'andata


Il Bari non riesce a spiccare il volo. Ed a tratti da anche la sensazione di non poterci riuscire. I motivi? Magari poca personalità, poco coraggio o maggior caparbietà degli avversari. Fatto sta che i rimpianti aumentano di giornata in giornata ed il rammarico – se non addirittura la rabbia per i soliti inguaribili sognatori – sale.

OCCASIONI PERSE E NERVI TESI – Tanti, tantissimi i punti persi. Almeno 6 tra Pro Vercelli, Salernitana e Pescara. Nel primo caso fu deficitario il primo tempo, negli ultimi due il secondo e nonostante una buona partenza tanto sul piano del risultato quanto su quello del gioco. Una mazzata, poi, il gol di Pettinari all’Adriatico in pieno recupero. Meritata, tuttavia, se si considera la condotta dei biancorossi per tutta la ripresa. Contro la Salernitana la differenza in negativo l’avevano fatta i cambi (perché Busellato per Nenè?), in Abruzzo la mentalità (perché quel gol a freddo dopo pochi secondi?). Col Novara, invece, bisogna paradossalmente parlare di punto guadagnato. Sarà vero che la formazione di Di Carlo rende meglio fuori dalle mura amiche del ‘Piola’, ma è altrettanto vero che un Bari così impreciso ed inconcludente si è visto raramente prima di ieri: troppi gli appoggi sbagliati in difesa ed in attacco, mediocre la tenuta a centrocampo. Non è stata la giornata migliore di Anderson, tanto per intenderci. Turnover? Infruttuoso, ancora una volta. Solo con gli ingressi di Brienza e Floro Flores (buona la gestione dei cambi) è cambiato qualcosa. Ma non abbastanza per tornare ai tre punti e per evitare i fischi del ‘San Nicola’.

TIFOSERIA FREDDA – Già, i fischi. Alla vigilia della sfida contro i piemontesi Grosso aveva dichiarato: “Fossi un tifoso continuerei a sostenere questa squadra e ci crederei fino alla fine”. Il concetto, preso singolarmente, è sacrosanto. Tifare è un dovere di tutti, se davvero si hanno a cuore le sorti di una squadra. Ma talvolta la fede non è anche sinonimo di entusiasmo: questo Bari oggi più che mai appare lontano dal suo popolo, non diverte più. E gli ultimi risultati altalenanti non aiutano a cambiare idea. Sul conto complessivo, poi, pesano come un macigno gli ultimi 4 anni densi di illusioni e delusioni. Non è facile. Una vittoria a Foggia, tuttavia, potrebbe ancora tenere accesa la fiammella dell’orgoglio.

E I DISTACCHI AUMENTANO… – La classifica sorride sempre meno. Il rendimento dopo 15 giornate di questo 2018 è in difetto: appena 22 punti conquistati nel girone di ritorno (7° posto) contro i 26 dell’andata (che valsero il 1°). Le altre? Non aspettano più come prima. Parma e Frosinone sono vittoriose, pareggia ancora il Palermo. Ora il secondo posto è a -6, ma anche il 3° e 4° posto buoni in ottica playoff scappano (-4). Crolla il rendimento casalingo, non più impeccabile: 35 punti, ma la terza piazza è condivisa con altre tre squadre (Palermo, Perugia e Venezia). Indietro tutta, o quasi.






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