Giusto per parafrasare un noto slogan elettorale. Nessun titolo poteva essere migliore di questo. E’ vero, le elezioni sono ormai andate, ma se l’anno prossimo Franco Brienza decidesse di candidarsi come sindaco di Bari…siamo sicuri che a votarlo sarebbero in tanti. Otterrebbe quasi un plebiscito, almeno tra quei cittadini di fede biancorossa.
BRIENZA SUPERMAN – Scherzi a parte, non se ne può comunque fare a meno malgrado i quasi 39 anni. Il perché? E’ presto detto, basta guardare quanto accaduto nelle ultime due sfide interne contro Pro Vercelli e Spezia. Senza il suo apporto, probabilmente, staremmo a commentare due sconfitte consecutive. E invece no. Il Bari va avanti. Piano, ma va avanti. La sua classe non sfigurerebbe nemmeno in Serie A e l’unico rammarico è legato al suo approdo tardivo in riva all’Adriatico.
L’IMPEGNO NON BASTA – Con Brienza la squadra cambia volto, grazie alle sue giocate da fuoriclasse: l’intesa sul gol con Floro Flores sabato e la botta al volo da cross di Balkovec sono antologia pura del calcio. Finché c’è lui ci sarà sempre speranza. E solo così il Bari inizia ad avere un’anima, è imprevedibile, ha idee. L’ultimo aspetto in queste due partite interne è venuto clamorosamente meno: giro palla fine a se stesso e spinte dalle fasce tanto ripetitive quanto inutili. Giri a vuoto, esattamente come all’andata. Non va bene nemmeno l’approccio al match: inizio promettente, poi per sgretolarsi basta davvero poco. Ad esempio un’azione ben impostata dagli avversari. Sabato Ghiglione, ieri Forte: un tiro, un gol. Così dare fiducia e convinzione agli avversari è facile, come ammesso ieri in conferenza stampa da Gallo, mister dei liguri. Il suo Spezia ieri ha colto al volo le debolezze del Bari, cosi come la Pro Vercelli. Ed ha ottenuto in fondo quello che voleva, proprio come i piemontesi. L’impegno e la voglia? Sia ben chiaro, quelli davvero non mancano. La squadra dà il massimo in campo, ci prova con tutte le sue forze e la capacità di rimontare non manca mai. Ma è altrettanto evidente la fatica che c’è nel creare e finalizzare le occasioni che capitano.
MALEDETTA SOSTA – A quanto pare non è un problema di fascia. Cristian Galano sta decisamente attraversando un momento-no in questo inizio di 2018: ancora nessun gol ed evidente difficoltà nel proporsi. La corsia di sinistra non è mai stata il suo forte, ma manca anche la capacità di proporsi. C’è anche un calo fisico alle spalle? Al mister ogni valutazione, fermo restando che anche il resto del reparto offensivo potrebbe fare di più. Brienza e Kozak (in gol sabato, ieri ha fatto un buon lavoro) a parte, è lecito aspettarsi migliorie da Improta (ormai il gol è solo una vecchia conoscenza, pur provandoci), Cissé e Nené: ieri il brasiliano si è visto davvero poco. Torna all’antico anche la difesa. Da un solo gol subito tra Frosinone, Cremonese e Ternana ai 3 in due partite contro Spezia e Pro Vercelli. Non impeccabile in generale. E dire che gli interpreti sono stati quasi sempre gli stessi. Insomma, la sosta forzata si è rivelata infelice un po’ per tutti. Col Cittadella bisogna cambiare registro, affinché non sfugga di mano anche il quarto posto.
Allenatore scarso e presuntuoso, questo il vero unico problema.