Reggina e Monopoli rappresentano due pagine significative nella carriera di Massimo Mariotto nel mondo del calcio. In Calabria l’attuale direttore sportivo veneto ha collezionato 217 presenze da calciatore (è tra le bandiere del club amaranto, periodo metà anni ’80 e primi ’90 con parentesi alterne), in Puglia ha invece guidato con buoni risultati i biancoverdi nella passata stagione e verso la conquista della salvezza. Domenica al ‘Granillo’ sarà lecito aspettarsi, a suo avviso, una sfida aperta a qualunque scenario e nonostante le differenze di classifica: “Sarà una partita equilibrata ed interessante. La Reggina – dichiara al nostro portale – è una squadra molto giovane, non vive un grandissimo momento ma allo stesso tempo non molla mai. Lo stesso ambiente sta caricando questa vigilia, attraverso prezzi popolari. Occhio, poi, alle qualità di Bianchimano ed eventualmente Castiglia. Il Monopoli invece sta facendo molto bene e, dopo un piccolo blackout, può arrivare in alto. Ci sono giocatori più esperti e la squadra è nel complesso più quadrata. Penso ad elementi come Genchi e Sounas, che hanno dato tantissimo alla causa e che sono migliorati tanto. Ti possono risolvere le partite. C’è anche gente di esperienza come Sarao”.
I biancoverdi, quest’anno, si candidano ad ottenere un posto nei playoff. Importanti, e nel segno della continuità, i miglioramenti rispetto alla passata stagione: “Nelle ultime partite sono scesi in campo almeno 5-6/11 della formazione dello scorso anno. Sounas l’ho portato io, mi fa piacere e diventerà un uomo mercato. Mi sarei aspettato di più di Mavretic, che però ha patito infortuni, cosi come Bacchetti. Genchi è stata una scelta condivisa. Complimenti a tutti, sono felice per il lavoro sin ora svolto. Si può entrare tra le prime dieci, c’è tutto per star dentro questo gruppo. La Casertana ed il Francavilla non sono quelle dello scorso, la posizione ora occupata è meritata. Applausi anche al Siracusa, che sta facendo un grande campionato. La Reggina, al contrario, deve salvarsi per poi programmare un futuro più roseo”.
L’attuale sistema di C, tuttavia, è da interpretare meglio. Così si spiegherebbero fallimenti e problemi economici di diversi club. Spiega Mariotto: “Purtroppo in molti non hanno capito la vera funzione della Serie C. Si prenda in esame il Pontedera, ricco di giovani e che ogni anno raccoglie ottimi risultati. Il suo direttore sportivo sta facendo un ottimo lavoro, può essere un modello da seguire. Ma se tu sei l’Arezzo, hai una determinata situazione economica e poi prendi gente come Moscardelli sapendo di non poterla pagare…tutto diventa più complicato. Facile far calcio così, ne sarebbero capaci tutti. A parte squadre come Lecce, Catania o Trapani che hanno alle spalle club e città diverse, le altre dovrebbero comportarsi in maniera differente”.
Parole significative quelle espresse a proposito di Davide Astori: “Era un calciatore perfetto, un prototipo ideale di uomo. Piaceva a tutti, era un capitano cresciuto con i giusti valori ed in un ottimo settore giovanile, come quello del Milan. Dispiace moltissimo per quanto è successo. Il nostro calcio dovrà lavorare molto per trovare altra gente del suo calibro”.
Battuta finale sul suo futuro: “Sto vedendo di tutto in questo momento, spero di rientrare nel giro. Ogni tanto fermarsi fa comunque bene, anche se è un po’ il sistema che non funzione. Se a disposizione delle nuove leve non mettiamo a disposizione un lavoro che metta al centro le principali competenze e bene, in tutti gli ambiti e soprattutto nella scuola, determinati problemi non cesseranno di esistere. E rimarremo indietro rispetto ad altre scuole di pensiero estere”.
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