Gdm: Derby venduto nel 2011, parla la Corte d’Appello. Ai tifosi riconosciuto…

Proseguono le vicende relative al derby del 2011


Da quel 15 Maggio 2011, in cui al “San Nicola” andò in scena il derby pugliese tra Bari e Lecce vinto dai salentini per 2 a 0, sono passati quasi 7 anni , tuttavia in questo lasso di tempo quella gara è stata una delle più discusse del panorama calcistico, visti gli sviluppo che hanno fatto seguito alla stessa disputa.

La vicenda, agli onori della cronaca in chiave calcio scommesse, se da un lato ha creato scompiglio nel mondo calciofilo, partendo dal capoluogo di regione della Puglia, dall’altro è costata 6 lunghe stagioni trascorse nell’attuale serie C ai giallorossi, retrocessi dalla B all’allora Lega Pro in virtù del coinvolgimento dell’ex presidente Semeraro nella questione.

Lo scorso Novembre, come ricorda l’edizione odierna de La Gazzetta del Mezzogiorno, il Tribunale di Bari, grazie a un documento di 33 pagine, ha esposto le ragioni secondo le quali Pierandrea Semeraro e Carlo Quarta, che , stando alle indagini dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Bari coordinati da Ciro Angelillis, comprarono la partita per una somma di 300 mila euro, meriterebbero una pena del valore di un anno e sei mesi.

Il calciatore ai tempi dei fatti in forza al Bari Andrea Masiello, ora pilastro dell’Atalanta, ha patteggiato la pena di 22 mesi, per questa e altre gare.

“Semeraro senza dubbio ha agito perseguendo interessi economici – scrivono i giudici nel depositare le motivazioni in Corte d’Appello – pur avendo ceduto le quote della società salentina, ma essendo consapevole di essere un finanziatore. Un guadagno in termini di valore della società e sui diritti televisivi misti a sponsorizzazioni”. Semeraro, stando a quanto riportato dai giudici sarebbe il “finanziatore”, “intermediario” risulterebbe invece  l’imprenditore Quarta, assolto poi Masiello.

Per quanto riguarda i tifosi? “Sono stati pregiudicati nel diritto – scrivono i giudici – alla fruizione di un evento sportivo con caratteristiche del tutto diverse da quelle che hanno invece condizionato la partita.Innegabilmente lesivo  del diritto dei consumatori e degli utenti ad una competizione sportiva leale e corretta”.

Ai circa 200 supporters assistiti dagli avvocati Maggi (Bari) e Milli (Lecce) era stato riconosciuto un risarcimento di 400 euro, così come a Confconsumatori.






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