Esattamente un decennio addietro, Sabato 12 Gennaio 2008, in quel di Avellino, cominciò l’era di Antonio Conte a Bari. In quella circostanza i galletti persero per 3 reti a 2 contro i campani. Nonostante a Gennaio la squadra non navigasse in buone acque nel giro di poco meno di cinque mesi l’attuale tecnico del Chelsea dette una fisionomia di giocò alla squadra, che diventò ostica per tutti e si tolse anche molte soddisfazioni come la vittoria nel derby di Lecce, senza dimenticare i pareggi sui campi di Bologna e Chievo Verona (entrambe poi promosse in A). Queste solo le basi per la cavalcata che portò l’anno successivo i galletti in massima serie, categoria che non vedevano da ben 8 anni.
Da Gennaio a Giugno 2008 conquistati sul campo ben 25 punti, quanto basta a consegnare una salvezza più che tranquilla a Lanzafame e compagni. Ottanta punti per il primo posto che valse la serie A da Settembre dello stesso anno a Giugno di quello successivo. In un anno e mezzo vinte ben 34 partite di cui 14 lontano dal “San Nicola”, una valanga di reti e un bel gioco che ha attirato le attenzioni di tutta Italia. Grazie all’ex capitano della Juventus e ai suoi ragazzi, lo stadio edificato da Renzo Piano da essere una cattedrale poco popolata nel deserto diventò nel giro di pochi mesi uno degli stadi più belli e colorati di Italia, per culminare poi con la festa promozione contro il Treviso in cui venne alzata al cielo dal capitano Gillet la coppa “Ali della Vittoria”.
Dopo 65 panchine alla guida del Bari quella contro il Treviso rappresento l’addio di Conte al Bari. In quasi 110 anni di di sicuro il tecnico salentino rappresenta uno dei più amati e vincenti della storia biancorossa.
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