Prima della fine dell’anno, nella sua consueta rubrica ospitata dalla Gazzetta dello Sport, Carlo Regalia ha commentato l’ultima partita dei galletti a Carpi: «Si è chiuso in agrodolce l’anno del Bari. Nel senso che prima della partita di Carpi, un punto poteva andare benone. Dopo, invece, il pari è andato strettissimo ai biancorossi. Con la beffa che tutte le altre forti hanno vinto. In realtà, gli uomini di Grosso hanno annullato un avversario di buon livello. Lo dicono i numeri del Carpi, la sua classifica. Se nella circostanza la squadra di Calabro non si è mostrata all’altezza della situazione, vanno soltanto attribuiti i giusti meriti al Bari che ha offerto una delle migliori prestazioni esterne della stagione».
Secondo l’ex dirigente dei biancorossi, se l’attacco ha lasciato a desiderare, la nota più positiva, stavolta è arrivata dal reparto arretrato: «L’esordio di Diakitè ha sortito gli effetti auspicati dal tecnico. L’ex laziale può rivelarsi un buon rinforzo. Tutta la difesa ha funzionato in modo efficace. Mi è piaciuta anche la prova dei centrocampisti. A Carpi si è rivisto il miglior impronta. In quanto agli attaccanti Nenè si è impegnato allo spasimo mentre ho visto Floro Flores un tantino fuori dal contesto. Ebbene, a fronte di tanti confortanti dati di fatto, va pure detto che tutto si è pressoché bloccato a 20 metri dalla porta avversaria. E’quel che dispiace e preoccupa».
In chiusura l’83enne di Lonate Pozzolo si è posto un interrogativo: «Non ho proprio capito come mai stavolta Grosso non ha fatto ricorso a Brienza. Per come si era messa la partita, c’era bisogno di uno con la sua qualità per portare a casa l’intera posta. Non risolvi granché sostituendolo Iocolano con Busellato. Finora il tecnico è stato bravo a gestire le energie di Brienza e anche grazie ai sui numeri, ha vinto qualche partita sul finire».
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