BARI – Eccola, l’ultima grande opera dedicata alle vicende del calcio biancorosso. Il libro ‘Bari, 110 e…” è già disponibile in tutte le librerie del capoluogo pugliese e non solo. L’autore, come al solito, è Gianni Antonucci, giornalista e storico dei galletti da molti decenni. E ieri, nella splendida cornice del Circolo Unione, la nostra redazione ha avuto il piacere di intervistarlo.
Buonasera professor Antonucci. Ogni 10 anni le sue magnifiche opere dedicate al Bari non possono mancare…
“Usciamo con un mese d’anticipo, vorremmo che questo libro diventasse un gradito regalo di Natale per i tifosi biancorossi. Il 15 gennaio sarebbe stato troppo tardi, ma vi svelo una delle novità dell’anno nuovo. Nel retrobottega di via Roberto da Bari, luogo in cui fu fondato il club nel 1908, faremo mettere una targa di marmo in ricordo di questo evento storico”.
Bari, 110 e…?
“Renzo Arbore mi ha quasi preceduto se pensiamo alla trasmissione in chiave moderna di ‘Indietro Tutta’ (ride, ndr). Ho scelto questo titolo non a caso, per immaginare magari un evento futuro positivo. E, sempre a proposito di targhe, speriamo di poter commemorare al più presto anche Arpad Weisz, uno dei primi allenatori della storia dei galletti”.
Nel 1958 l’Italia mancò la qualificazione ai mondiali e il Bari tornò in A dopo 8 anni. Nel 2018 gli azzurri non parteciperanno ai mondiali e, al momento, i galletti sono secondi. E se la storia si ripetesse?
“Ce lo auguriamo tutti, ma il calcio è la miniera dell’imprevedibilità. Si prenda spunto, senza andare troppo a ritroso nel tempo, dalla sfida tra Perugia e Bari di sabato scorso. Il tiro di Galano ha preso una traiettoria strana ed è finito in rete. E i campionati, da sempre, si decidono da Pasqua in poi. Ora è troppo presto per trarre giudizi affrettati, aspettiamo…”.
Quali sono stati suoi momenti più belli al seguito dei biancorossi?
“Per me è stato tutto positivo, la fede biancorossa può questo ed altro. Ricordo ancora la mia prima volta allo stadio. Era il 1937 e si giocava contro l’Alessandria, faceva molto freddo! Per il resto posso dire anche di aver mantenuto un buon rapporto con tutti i calciatori passati da Bari, con alcuni di loro sono rimasti intatti i rapporti d’amicizia”.
Cosa devono aspettarsi i tifosi biancorossi da quest’opera?
“E’ un ricordo di tutto quel che è stato il passato biancorosso. In passato tutto si faceva con più passione, ed è per questo che il periodo risalente ai primi decenni di storia del club l’ho definito ‘romantico’. Ed oggi (ieri, ndr) le presenze di alcuni pezzi di storia del calcio barese confermano la bontà di questo aggettivo”.
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