REPUBBLICA – Torrente su Galano: «Raramente ho visto un sinistro come il suo!». Gli inizi raccontati da Campanaro e Generoso

L'esterno foggiano è senza ombra di dubbio il galletto del momento


Cristian Galano festeggiato dai suoi compagni di squadra dopo aver segnato a Salerno
Cristian Galano festeggiato dai suoi compagni di squadra dopo aver segnato a Salerno

Le sue giocate stanno spingendo sempre di più il Bari in alto. Cristian Galano è senza ombra di dubbio il galletto del momento e a parlare di lui è stato quest’oggi Vincenzo Torrente che lo conosce molto bene avendolo allenato inizialmente ai tempi di Gubbio e subito dopo nella piazza barese. «Chi lo ha visto crescere, non può stupirsi – ha spiegato l’allenatore salernitano sulle colonne di Repubblica – Cristian a mio avviso è esploso tardi rispetto alle potenzialità che ha da sempre. E’ incredibile che uno così non giochi in serie A. Io raramente ho visto un sinistro nello stesso tempo dolce e potente come il suo. Sinora lo aveva frenato il carattere, perché è un ragazzo introverso e che ha bisogno di coccole. Se lo hai in squadra, gli devi dare una maglia e lasciare che gli altri si contendano le altre dieci. Altrimenti si intristisce».

A raccontare sul quotidiano gli inizi del numero 11 dei biancorossi è Giovanni Campanaro, Responsabile Tecnico della Gioventù Calcio Foggia: «Il padre si presentò al nostro campo e ci chiese di fare un provino al figlio aggiungendo che era fortissimo. Stavo per dire di no, quando Cristian mi tirò per la tuta chiedendomi di farlo provare. Ci bastarono 10 minuti per capire di che pasta fosse fatto e da allora giocò sempre in squadra con ragazzi di due anni più grande di lui risultano sempre il migliore. Giocammo una volta contro i ragazzi del Bari e lui in 10 minuti segnò due gol».

Chi lo ha poi visto muovere i primi passi in biancorosso è stato Dino Generoso. «Oltre a lui ci piaceva anche un suo compagno di squadra, un attaccante poi finito al Lecce – ha svelato l’ex Responsabile del settore giovanile del Bari – ma anche il club giallorosso gli aveva messo gli occhi addosso. Quando con i genitori venne allo stadio, capimmo che lui e la famiglia volevano il Bari e lo prendemmo. Aveva 13 anni ed è cresciuto con noi giocando in pratica con tutti i nostri allenatori. E’ fortissimo tecnicamente e, con i mezzi che ha, può fare quello che vuole».






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