Per commentare la sconfitta a La Spezia del Bari, La Gazzetta dello Sport ha intervistato Pietro Maiellaro. L’ex giocatore biancorosso (dal 1987 al 1991), nonché ex allenatore della primavera dei galletti (dal 2008 al 2011), non ha dubbi: «Per me è l’ennesima conferma, non è un caso se non si vince fuori da febbraio».
Secondo il 54enne di Candela, le attenuanti non mancano, ma nel complesso la sua analisi è piuttosto critica: «Magari c’era il rigore nel finale, ma si è creato troppo poco anche in quei 20 minuti giocati in superiorità numerica. Come l’anno scorso, sulla carta c’è esperienza ma non vedo trascinatori. Se condivido le scelte del tecnico e la gestione della partita? Solo in parte. Gyomber e il 3-5-2 hanno dato più protezione in fase difensiva, ma la squadra è meno propositiva. Evidentemente la coperta è corta. Penso dall’anno scorso che un talento come Brienza vada centellinato, in trasferta ancora di più. E poi è anomalo che un tipo esuberante e forte fisicamente come Cissè sia rimasto fuori dopo la doppietta alla Ternana».
Il suo intervento sulle colonne del quotidiano si è concluso con un piccolo suggerimento che potrebbe, a suo avviso, aiutare il Bari a fare il salto di qualità: «Manca forse un centrale difensivo più affidabile che permetterebbe al tecnico di tornare al 4-3-3».
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