“A Bari e La Spezia sono arrivato al top. Poi si sono dimenticate di me. Il calcio è un mondo particolare. Spesso la meritocrazia viene dimenticata“. Questa l’amara considerazione fatta da Antonio Soda sulle colonne dell’odierna edizione de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno‘ alla vigilia della gara che sabato il Bari giocherà il Liguria. L’ex attaccante dei galletti (47 presenze e 8 reti in biancorosso tra il 1990 e il 1992), nonché protagonista di una storica promozione in B alla guida dello Spezia nel 2006, sente di essere in credito con la fortuna e, dopo l’ultima esperienza fatta in serie D sulla panchina della Recanatese, è al momento alla finestra, in attesa di una proposta interessante e di un progetto ambizioso.
Tornando alla sua esperienza nel capoluogo pugliese, il 53enne di Cutro non nasconde le proprie emozioni: “A Bari ho vissuto l’apice del mio percorso da giocatore. Sono arrivato in una squadra piena di campioni (Maiellaro, Joao Paulo, Loseto), eppure riuscii a ritagliarmi il mio spazio. Sento ancora sulla pelle il boato del San Nicola al gol contro la Juventus che battemmo 2-0. Indelebili anche le reti nel derby contro il Lecce. L’anno successivo retrocedemmo nonostante avessimo fuoriclasse come Platt, Boban e Jarni. Da Bari, comunque, non sarei mai andato via: è una piazza top in Italia. Vederla in B mi fa male“.
Il tecnico calabrese riserva infine parole importanti anche per la formazione targata Grosso: “Il Bari ha un organico forte in ogni reparto – confida al collega Davide Lattanzi – impreziosito dai vari Marrone, Floro Flores e Brienza. Valori unici in B. Mi piacciono le idee di Fabio Grosso. La squadra deve concorrere per la promozione diretta. I playoff rappresentano un traguardo di ripiego“.
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