BARI – Un gradito e suggestivo ritorno. E’ quello di Arcangelo Sciannimanico, tecnico classe 1956 e parte integrante del nuovo ‘Progetto Giovani’. Tante le sue soddisfazioni in passato da tecnico della Primavera: spiccano i successi al Torneo di Viareggio (1997), in Coppa Italia (1997/1998) e la conquista dello Scudetto (1999/2000). Ecco quanto ha dichiarato al nostro portale al termine della conferenza stampa di presentazione.
Mister, bentornato. Dopo 15 anni che effetto le fa il ritorno al ‘San Nicola’?
“E’ un onore essere tornati qui dopo tanti anni, un po’ di emozione addosso ce l’ho, inutile negarlo. Tutto però passa in fretta, come gli anni. Ora dobbiamo pensare a fare le cose per bene e credo nel progetto giovani della dottoressa Patruno. L’auspicio è che il tutto possa crescere nel migliore dei modi, partendo naturalmente dalla base”.
Quale, ai suoi tempi, il segreto per un settore giovanile vincente?
“Quello di trattare queste società affiliate, saperci fare anche con le famiglie coinvolte. I problemi, quando c’erano, andavano risolti e stando sempre vicini durante il percorso di crescita dei ragazzi. Le varie scuole coinvolte, da parte loro, dovevano sentirsi parte attiva ed integrante del progetto”.
Quale la soddisfazione più grande della sua carriera con le giovanili?
“Sicuramente il gol di Bellavista durante la finale del Torneo di Viareggio. Ciò ha rappresentato qualcosa di storico per la società. Mi ha dato un po’ più di felicità rispetto allo scudetto del 2000, incredibile ma vero. Poi, chiaramente, di momenti positivi ce ne sono stati anche molti altri. Il lavoro più grosso è stato fatto anche per nomi meno famosi che, comunque, sono riusciti ad approdare in prima squadra. Altri, come Carrozzieri, hanno avuto poca fortuna col Bari ma poi hanno fatto molto bene con altre formazioni, anche in A. Lo prendemmo con poco dal Castel di Sangro assieme all’avvocato Generoso, ricordo tutto”.
Che dire, invece, di Cassano? E’ stato uno dei talenti più importanti del vivaio, ma forse avrebbe potuto dare di più. E ora ripartirà dal Verona…
“Cassano poteva essere uno dei dieci giocatori più forti al mondo. Poi, per i suoi problemi personali e per il suo carattere non ci è riuscito. E nonostante militasse in squadre importantissime. Parliamo di doti incredibili non messe a frutto. Mi dispiace tanto, tutto sommato è un bravo ragazzo”.
Sulla panchina della prima squadra, invece, le cose andarono diversamente…
“E’ vero, subentrai a Fascetti, ma per quanto riguarda l’anno di A c’è poco da dire. Ormai i giochi erano fatti e la squadra praticamente in B, ho fatto esordire diversi ragazzi della Primavera. Ne ho approfittato. E’ stato un periodo strano e difficile, anche per il tecnico di Viareggio. In B, invece, fui poco fortunato e acquisti che avrebbero dovuto portarci in Serie A come Pizzinat, Doudou, Chukwu e Da Silva non resero a sufficienza”.
Ora però si ricomincia. Un nuovo inizio e magari nuove soddisfazioni…
“Siamo persone che andranno incontro alle esigenze dei più piccoli, ma allo stesso tempo cresceremo giocatori per le fasce più grandi. E’ giusto che sia cosi”.
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