In quasi 110 anni di storia non sono mancati momenti di gloria per il Bari. I galletti non avranno al loro attivo – tolta una Mitropa Cup nel 1990 – trofei di un certo rilievo a livello di prima squadra, ma spesso hanno avuto modo di togliersi soddisfazioni di non poco conto. Anni importanti soprattutto quelli dal 1930 al 1950, con una squadra stabilmente in A (e tanto di settimo posto, miglior piazzamento della storia, valse l’appellativo di ‘Vecchia Stella del Sud’).
In quel periodo i biancorossi raggiunsero anche la loro prima, storica, semifinale di Coppa Italia. Un traguardo poi eguagliato nel 1962/63 (da formazione di Serie B) e nel 1983/84 (da formazione di Serie C1). La stagione di riferimento è la 1939/40: in Serie A si alternarono i tecnici Costantino e Ferrero (11° posto), nell’altra competizione nazionale furono eliminate – nell’ordine – Catania, Siena e Liguria. Da qui la qualificazione tra le prime quattro formazioni (le altre furono Genoa, Fiorentina e Juventus).
Ai galletti toccò il confronto coi grifoni del Genoa. Gli effettivi che scesero in campo per il Bari nel lontano 9 giugno 1940 furono: Ricciardi, Andrighetto, Janko, Carlini, Cattaneo, Orlando, Benigni, Lushta, Maestrelli, Cappellini e Fabbri. Il confronto nel capoluogo ligure, purtroppo, andò male. La contesa fu decisa dalle reti di Neri (48′) e Garibaldi (75′). Non essendoci confronti di andata e ritorno – come invece succede ora – il Bari venne eliminato.
Piccola curiosità: in quella stagione vennero utilizzati per la prima volta i numeri di maglia dall’1 all’11. Riza Lushta, albanese di talento e che in coppa diede un contributo notevole, venne ceduto alla Juventus. Alessandro Carlini, invece, diventò a lungo andare (record imbattuto ad oggi) il giocatore del Bari con più presenze in Serie A (179), mentre Maestrelli qualche anno dopo fece parte della storica formazione del settimo posto (e nel 1974, da allenatore, vinse lo scudetto con la Lazio). Cannoniere della squadra Benigni con 9 reti, di Andrighetto il record di presenze (30).
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