Sogliano, è tempo di bilanci: “Campionato strano, non siamo stati in grado di reagire. Allenatore? Chi verrà dovrà…” (VIDEO)

Le parole del direttore sportivo dei galletti sul campionato appena concluso e sulle prospettive per la prossima stagione


BARI – In casa Bari è tempo di bilanci, prima ancora di programmare il campionato che verrà. Il direttore sportivo Sean Soigliano offre un’analisi sul campionato appena trascorso e sulle prospettive della prossima stagione: “E’ stata una stagione molto difficile e travagliata. Il campionato lo riterrei strano, ci sono stati tanti momenti in cui la squadra ha fatto male e non è riuscita a dare un rendimento all’altezza. Non me lo aspettavo, ero convinto che questa squadra fosse in grado di arrivare entro le prime otto. L’obiettivo era raggiungibile. Ma se oggi diamo un’occhiata alle 4 finaliste che ora si giocano la A ai playoff, c’è da notare che le abbiamo battute tutte almeno una volta”.

Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari
Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari

L’ex ds del Verona non lascia, ma raddoppia. E spiega anche il suo rapporto con gli allenatori di questa stagione: “Io ci ho sempre messo la faccia, soprattutto dopo le sconfitte. Nel calcio quando si vince lo si fa in tanti, quando si perde si è sempre in pochi. Ci è andata male, ma ci abbiamo anche provato fino alla fine. Meriti e demeriti vanno divisi equamente e da parte di tutti. In queste situazioni pensare di andar via sarebbe troppo facile, se voglio andare via non mi faccio problemi di contratto. E’ già successo in Serie A. Colantuono? Non ci sono mai stati problemi, ho cercato di aiutarlo in tutto e per tutto. Non ho mai pensato di sostituirlo. Vincere a Bari, comunque, credo che possa cambiare eccome la carriera di qualcuno. Ti cambierebbe la vita, a mio avviso. Stellone? Io le cose le dico, non le lascio intendere. Abbiamo una mentalità completamente diversa, di questo ne sono felice”.

Sul nuovo allenatore: “Non dobbiamo avere fretta nella scelta. Di sicuro il prossimo profilo dovrà avere idee chiare, un’identità ben precisa e dare un gioco che possa essere gradito ai tifosi, farli divertire e tornare allo stadio. Quindi giocarsi le proprie carte in campionato. Mi rendo conto del fatto che da queste parti sia ancora forte il ricordo di Conte e Ventura. Non voglio sbilanciarmi oltre. Progetti? La società è nuova, ma bisogna crescere e migliorare sotto tanti aspetti. Parliamo di un percorso lungo e difficile, c’è tuttavia voglia di far bene. Il lavoro in questi casi aiuta”.

Sempre a proposito di società, Sogliano esprime le sue riflessioni: “Questa società, in questi tanti anni distanza dalla B, ha accumulato tutti i problemi del caso. Il Bari deve e dovrà andare in Serie A, ma non c’è lo stesso obbligo che ad esempio potrebbe vigere per una società scesa in B da uno o due anni. Magari si partirà a fari spenti e con qualche abbonamento in meno, ma non devono mai mancare lavoro ed impegno fino alla fine. Lottare sempre. Inutile fare promesse particolari. Quest’estate cercavamo un campo dove allenarsi. Nulla contro l’antistadio perchè è giusto che i tifosi possano assistere a quel che si fa, ma in altri momenti è giusto che ci si isoli. E non è vero che ci si voglia allontanare dai tifosi, anzi”.

Quale futuro per chi è attualmente in organico? “Le scelte che verranno fatte sui giocatori sotto contratto verranno fatte in base alle scelte del prossimo allenatore. Piazzare calciatori, in ogni caso, è sempre la cosa più difficile da fare. molto dipenderà anche dal campionato fatto. Budget? Sono abituato a lavorare con quello che mi si mette a disposizione. Non mi lamento, a parte le tre retrocesse tutte le squadre di Serie B devono prestare attenzione ad alcuni parametri. Bisogna ragionare da club di Serie B, col presidente faremo le giuste valutazioni. Quest’anno dal punto di vista finanziario non abbiamo fatto il passo più lungo della gamba, chi è arrivato lo ha fatto all’interno di determinati criteri. Floro Flores? Gran parte del suo ingaggio è stato pagato dal Chievo. Sono convinto che si possa ugualmente creare una squadra competitiva anche quest’anno”.

E ancora: “Ci sono diversi trentenni in squadra, ma in questo campionato ci sono state anche diverse partite dove abbiamo giocato anche con diversi giovani. Penso a Sabelli, Furlan, Fedele, Micai, tutti dal ’90 in giù. E’ chiaro che spesso dai più esperti ci si aspetti qualcosa in più e meno dai giovani, inutile negarlo. A me piace anche andare a vedere e visionare i giovani, talvolta li immagino anche in prima squadra. Nella B attuale un giovane bravo e con capacità riesce a trovare spazio. In classifica marcatori, tuttavia, nei primi posti non si trovano che calciatori esperti”.

Quale la sua idea sulla piazza barese dopo un anno? “Le aspettative qua sono sicuramente tante, è più difficile vincere rispetto ad altre piazze di B. C’è un passato che qui torna sempre. Ai tempi della mia militanza nel Torino ho avuto modo di sentire addosso il passato, più o meno ingombrante. Idem Verona, stessa cosa. Non c’è niente di male, ma si è sempre sotto giudizio. Se qualcuno sceglie di venire a Bari deve farlo al netto di questi aspetti. Sono rimasto deluso dall’incapacità da parte della squadra di reagire alla crisi in questi ultimi due mesi. Problemi tra allenatore e squadra non ce ne sono mai stati, se c’è stato qualcosa è scattato a livello di inconscio”.

Infine un breve focus sul settore giovanile: “Ieri ho parlato con Urbano, è una persona seria e l’ho ringraziato per il suo lavoro. Ma non sarà più l’allenatore della Primavera, vuole tentare avventure con una prima squadra. Abbiamo già individuato alcune figure, anche tra i responsabili. Quest’anno c’è stato Cotta, che ha fatto un grande lavoro. Non andrà via, ma avrà un altro ruolo. Gatti? Fa il jolly…”.






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