Iorio a Il Calcio che ci piace: “Il calcio moderno non è come quello di una volta. Il Bari? Ha pagato dazio…”

l'ex attachante biancorosso ai microfoni de Il Calcio che ci piace


Maurizio Iorio
Maurizio Iorio

È intervenuto nel corso della puntata del programma televisivo “Il Calcio che ci piace“, condotto da Marcello Mancino e in onda ieri su Teleregione, l’ex bandiera del Bari Maurizio  Iorio.
L’attuale opinionista sportivo, che con i galletti ha totalizzato 65 presenze e 28 reti dal 1980 al 1982, si è inizialmente espresso sulla stagione del Bari appena trascorsa, e in merito ha detto: “Credo che la società quest’anno abbia pagato dazio sull’inesperienza, sono stati fatti degli investimenti oculati non lesinando sulle spese. Mi  è sembrato che si volesse rincorrere a tutti i costi il risultato. Questo inevitabilmente ha creato qualche pressione di troppo e ai primi stop la squadra ha avuto una battuta d’arresto che è andata via via incrementandosi“.
L’amore dei  calciatori verso i colori e la città è un argomento che ha sempre caratterizzato le compagini sportive. L’ex attaccante di Ascoli e Roma si è soffermato anche su questi tema: “L’attaccamento alla maglia è sempre stato una prerogativa dei tifosi, spesso rimproverano i loro beniamini di non dimostrarlo. Io personalmente non sono d’accordo con l’inveire da parte dei sostenitori in questa direzione. Quando le cose non vanno, i primi che dopo la partita sono rammaricati sono proprio i calciatori. In fin dei conti non fare risultato è controproducente innanzitutto per gli stessi atleti. Se non fai bene una stagione, in quella successiva fai fatica a trovare il posto in squadra“.
Infine l’ex calciatore della nazionale italiana di beach soccer ha detto la sua sul mondo del pallone attuale: “Il calcio moderno oggi ha perso molto sia per le regole che sono state apportate sia per il grande impatto della televisione. Tutto questo produce un minore contatto sotto ogni punto di vista. Non guardo assiduamente le partite di calcio – ha continuato il classe ’59 – ma quando le vedo non mi ritrovo nel gioco moderno. Ai miei tempi, oltre a saper giocare dovevi sapere difenderti mentre oggi basta una maglia tirata per far scaturire un’ammonizione. Il calcio ha perso parecchio ahimè non c’è più contatto“.






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