La stagione è ormai andata in archivio e il Bari si lecca le ferite in attesa di tempi migliori. Lo si è detto già più volte ed in più salse, ma in effetti sarà senza dubbio fondamentale dimostrare di aver imparato dagli errori commessi e ripartire proprio da questi ultimi.
Innanzitutto la società dovrà fare immediatamente un’analisi completa e approfondita di quanto accaduto e avrà il compito di correggere il tiro rispetto alle scelte fatte nell’ultimo anno imbastendo una programmazione nitida, dettagliata, razionale e quanto più sostenibile possibile. A valle di tale riflessione, insieme al direttore sportivo (a Sogliano, legato ancora da un anno di contratto, dovrebbe essere concessa una seconda opportunità) non bisognerà perdere tempo e si dovrà decidere con chi ripartire dal punto di vista tecnico individuando a stretto giro un allenatore con idee vincenti e soprattutto chiare. Una figura che possa dare alla squadra un’impronta di gioco vivace, sbarazzina e divertente, ma al tempo stesso anche concreta e ben strutturata e che possa gestire nel migliore dei modi le pressioni, le aspettative e la mutabilità di umori di una piazza diventata quasi ammazza-allenatori, almeno stando ai numeri degli ultimi anni.
Ad andare in campo saranno sempre i calciatori e quindi il passo successivo sarà rappresentato inevitabilmente dal mercato. Il calcio in fondo è un gioco molto semplice e proprio su questo concetto di semplicità che dovranno muoversi le strategie societarie. Andranno individuati elementi funzionali al progetto tecnico-tattico di base, almeno un paio di calciatori per ruolo, pescando inizialmente tra quelli al momento a disposizione che nella stagione appena terminata hanno dimostrato di poter essere utili alla causa. A prescindere dalla categoria di provenienza, senza cadere nella tentazione di fare scelte “di pancia” capaci solo di creare effimere esaltazioni nella gente, andrà poi acquistata gente poliedrica, che sappia adattarsi all’occorrenza e sia in grado di svolgere al meglio anche compiti differenti fornendo al mister la possibilità di poter contare su alternative di gioco efficaci per affrontare al meglio eventuali contrattempi (vedasi infortuni e squalifiche). Giocatori motivati, vogliosi di vestire la maglia biancorossa con reale coinvolgimento e con la fame di centrare obiettivi importanti. Nessuno dovrà essere indispensabile, ma tutti importanti. Ci sarà da formare una rosa completa, caratterizzata dal giusto mix di esperienza e giovinezza con la quale costruire uno spogliatoio unito e disciplinato. Il tutto anche in ottica futura. Altrettanto importante sarà il tempismo. In ritiro c’è bisogno che vada, se non la rosa definitiva al completo, almeno un buon 70-80% del materiale col quale disputare il campionato. E’ proprio in quella fase iniziale che si plasma l’identità di una squadra, che si favoriscono certi meccanismi di gioco e si rinsaldano i rapporti interpersonali. E’ proprio durante il ritiro che il tecnico ed il suo staff hanno tutto il tempo a disposizione per programmare la tenuta fisica dei calciatori ed inculcare nella testa del gruppo il proprio credo, senza particolari pressioni e contingenze. Il mercato degli ultimi anni è diventato sempre più complesso, è vero, ma bisognerà avere la capacità di assemblare quanto prima un cospicuo nucleo principale da completare magari con qualche chicca finale da aggiungere anche nelle ultime battute della campagna acquisti. Giusto per far fare alla squadra un salto di qualità.
A quel punto, la società avrà l’obbligo di parlare senza mezzi termini alla piazza manifestando le proprie idee e comunicando con chiarezza e serietà i propri programmi, cercando comunque di non illudere nessuno con falsi proclami e mantenendo un profilo basso. Anche in caso di prospettive immediate non roboanti, bisognerà stimolare comunque la tifoseria promettendo sempre, da parte di tutti (dal presidente all’ultimo dei raccattapalle), serietà, lavoro, abnegazione, rispetto e reale attaccamento alla maglia. Di fronte ad un discorso limpido e ad intenzioni lungimiranti e costruttive da parte del club, il popolo biancorosso non negherà mai il proprio sostegno e si caricherà ancor più di responsabilità, conscio di poter fare la differenza e di poter far fare alla squadra quel salto di qualità ulteriore che possa coprire magari il gap iniziale dal punto di vista delle potenzialità in gioco.
Non finisce qui, perché sotto traccia il presidente e i suoi collaboratori dovranno definire una volta per tutte la questione stadio insieme all’amministrazione locale, mettere a punto il progetto di un centro sportivo e gettare le basi per una società di calcio moderna. Prestare quindi anche la massima attenzione al settore giovanile e al merchandising, nonché rivedere oculatamente l’organigramma in termini di uomini e ruoli. Anche in questo caso sarà necessario puntare sulla competenza, sulla professionalità e sulle capacità oliando un meccanismo che dovrà funzionare come un orologio svizzero. In quest’ottica, bisognerà curare sempre meglio il rapporto con i tifosi e la stampa, continuando e perfezionando un lavoro che porti a far diventare il Bari un bene comune, un patrimonio da salvaguardare e un qualcosa di davvero integrato alla comunità.
A quanto sembra, davanti a Giancaspro (e a cascata a tutti gli altri componenti della FC Bari) si prospetta un lavoro lungo e difficile. Con l’aiuto di tutti, però, questa piazza riuscirà finalmente a imbroccare la giusta strada. Con umiltà, pazienza, lavoro e tanta, tanta passione. Ne siamo certi.
Giancaspro prendi IACHINI, e’ una garanzia, inoltre non cadere nella tentazione di sentire chi sta noiosamente professando a mo’ di tormentone gioventù a tutto spiano perché solo con i giovani non si va da nessuna parte e si rischia, occorre un mix di calciatori esperti, di spessore ma “sani” e calciatori giovani già affermati e di categoria, non meteore sconosciute o primavera di altre squadre, in A si va con i PAZZINI, gli ANTENUCCI, i FLOCCARI, ecc, ecc!