Ancora una volta si torna a parlare di Infront e del suo presunto controllo del Bari (e di altre società). L’edizione odierna de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ rimette al centro dell’attenzione i dirigenti della società svizzera e Gianluca Paparesta, già arbitro di calcio internazionale ed ex presidente dei galletti dal 2014 al 2016. Secondo la Procura di Milano vi sarebbe il sospetto di un suo coinvolgimento come prestanome nella vicenda, dal momento in cui gli “effettivi proprietari o comproprietari occulti” dei biancorossi risulterebbero essere stati a suo tempo proprio i vertici di Infront.
Al centro delle questioni sollevate dalla stessa Procura, oltre alle influenze sulla Lega, vi sarebbe anche l’episodio risalente al 16 aprile 2015: l’oggetto della discussione farebbe riferimento ai 470mila euro “ricevuti da Infront, tramite una sponsorizzazione che i pm ritengono simulata, per pagare gli stipendi ed evitare cosi i previsti punti di penalizzazione”. Per questa ragione Paparesta risulterebbe iscritto nel registro degli indagati. Il problema dell’ex presidente, tuttavia, sembrerebbe essere più grande e riguardante anche (e sempre) la Infront. I cui manager parlano dei galletti cosi: “Ci stiamo cercando di muovere per trovare un secondo sponsor, un secondo sponsor di maglia per quello che rimane della stagione e per la stagione prossima a 500, perchè son quello che serve, poi, poi, ci sistemiamo”.
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