Dov’è finito il Bari? No, non può essere e non è questa la squadra in grado di competere con determinazione per un posto nei playoff. Quella di Carpi – dopo l’ultima, intensa, settimana – avrebbe dovuto essere la giornata della ripresa, della resurrezione, giusto per restare in tema pasquale. Ma cosi, ancora una volta, non è stato. Al ‘Cabassi’ si è vista una squadra spaesata, senza idee e con poca voglia. Quello con gli emiliani era uno dei tanti scontri diretti da non sbagliare: non tanto per l’aritmetica (che ancora tiene tutto in piedi, clamorosamente), quanto per l’orgoglio e per la possibilità di dimostrare di essere ancora vivi.
INVOLUZIONI E LIMITI PALESI – E invece questo Bari segnali di vita proprio non ne mostra. Nulla di nuovo si intravede all’orizzonte. L’involuzione, soprattutto fuori dal ‘San Nicola’, è totale anche dal punto di vista del gioco: insufficiente capacità di imporsi, inadeguate capacità di reazione ad uno svantaggio, assenza di idee, atteggiamenti e scelte tattiche sbagliate. C’è mancanza di personalità? Contro ci si mette anche la sfortuna: ieri l’infortunio di Floro Flores, poi la grossa perdita di un elemento fondamentale come Brienza. E preoccupa la capacità di non riuscire a trovare valide soluzioni di gioco in mancanza dell’ex Bologna. Gli effetti del mercato di gennaio – nonostante una coraggiosa rivoluzione – ad oggi hanno sortito ben pochi benefici e soltanto nelle prime giornate. Anche a causa di alcuni elementi in netto ritardo di condizione, infortunati o discontinui. A centrocampo il solo Basha non basta e, nonostante i nuovi arrivi, continuano a mancare fantasia e ingegno, ma un altro reparto che sta facendo emergere grossi limiti è quello difensivo. La retroguardia, che sino a poche giornate fa era il punto di forza della gestione Colantuono, subisce e sbaglia tanto: aldilà dello sfortunato autogol di Tonucci o degli errori sul 2-0 di ieri, in generale si concedono troppi spazi agli avversari. Basti pensare alle palle gol concesse al Latina, al gol di Granoche o alla disfatta di Trapani.
NEGATIVITA’ – Già, Trapani. Da quel nefasto sabato del ‘Provinciale’ la formazione biancorossa non sembra essere più la stessa. Un passivo pesante come quel 4-0 può incidere negativamente sul morale e sul prosieguo di una stagione: tolto il successivo impegno casalingo contro il Novara, il Bari non ha mai convinto per davvero, neppure dopo il successo sul Latina. Se da un lato è giusto condannare e dissociarsi da voci infondate e destabilizzanti, per il resto ha poco senso parlare di negatività. Perché i tifosi, quelli veri, il loro supporto e sostegno non lo hanno mai fatto mancare: ‘San Nicola’ sempre ottime cornici per la B, in trasferta quasi sempre spostamenti di massa. A Vercelli il settore ospiti era pieno, ieri a Carpi ne sono giunti in 500 in un giorno festivo. Nonostante tutto. Ma è anche vero che con prestazioni cosi (senza dimenticare le diverse occasioni perse, anche ghiotte) essere positivi risulta davvero molto difficile, a credere in determinati obiettivi devono essere in primis tutti coloro che scendono in campo. Altrimenti non ha senso. Vincere aiuta a vincere e sperare, perdere cosi invece no.
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