Protti a ‘Il calcio che ci piace’: “Mi piacerebbe vedere il calcio nelle scuole…Il goal più bello? Quello alla Cremonese”

Le parole dell'ex bomber ai microfoni de "Il calcio che ci piace"


Tifo Bari
Tifo Bari

È intervenuto telefonicamente, nel corso del programma televisivo ideato e condotto dal giornalista Marcello Mancino – “Il Calcio che ci piace”, andata in onda ieri sera su Teleregione – l’ex capocannoniere della Serie A 1995/96 Igor Protti, che con i galletti ha totalizzato 112 presenze condite da 46 reti.

L’indimenticato bomber biancorosso ha commentato la sfida contro il Novara: “Pur non avendo avuto la possibilità di vedere la partita ho saputo che il Bari avrebbe meritato l’intera posta in palio e ha disputato una buona partita, questi due fattori devono essere considerati un ottimo risultato in vista della fine del torneo e dell’avvicinarsi dei playoff. In questo momento del campionato ciò che conta è dare continuità ai risultati che possono essere figli di varie circostanze partita dopo partita”. 

L’attuale club manager del Livorno spende due parole sull’evoluzione del pianeta calcio, soffermandosi sugli attaccanti “Credo che ci siano tanti attaccanti bravi oggi forse i ragazzi giovani arrivano a diventare calciatori un po’ troppo presto, vent’anni fa prima di essere considerato un calciatore professionista era necessario aver disputato due,tre campionati da titolare, questo un po’ ferma la carriera di un ragazzo, ma sono convinto che ci sono ragazzi molto preparati”.

Protti prosegue l’intervista parlando della violenza negli stadi, rifacendosi ai fatti recentemente accaduti anche in Italia.  A tal proposito l’ex attaccante dice: “Questo aspetto affonda radici nel passato, è molto difficile far capire ad alcuni qual è il limite tra passione e  rispetto, i calciatori vanno in campo cercando di dare il loro meglio, a volte ci riescono altre volte no, il tifoso si reca allo stadio aspettandosi il massimo. Credo fermamente nella cultura sportiva, cominciare dai piccoli e nelle scuola può essere una soluzione per arginare alcuni episodi di violenza o di mancanza di rispetto cui assistiamo. Il calcio è uno sport ed è fatto di vittorie e sconfitte le une così come le altre vanno accettate nella maniera giusta, ovviamente dopo aver dato tutto”. 

L’ex bandiera di Bari e Livorno riflette su come un attaccante debba reagire ad una situazione di astinenza dal goal, e in merito a ciò afferma: “La cosa principale è capire quello di cui si ha bisogno, io personalmente mi isolavo molto, l’astinenza dal goal non deve essere un chiodo fisso ma l’attaccante dal canto suo deve cercare sempre la rete, in ogni tiro che fa”.

Nessun dubbio, infine, sul gol in biancorosso che ricorda con più piacere: “Quello segnato alla Cremonese su tutti mi identifica molto. Io non sono stato un fuoriclasse, ma ho sempre dato tutto quello che avevo e in quel goal rivedo la mia tenacia e la mia caparbietà”.






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