BARI – Dopo Morleo, ecco Parigini. Ufficializzato dal Bari nella mattinata di oggi, l’esterno d’attacco di proprietà del Torino ritorna in Serie B dopo la felice esperienza biennale di Perugia (dal 2014 al 2016). Tanta voglia di crescere e regalare soddisfazioni ai suoi nuovi tifosi: il nuovo classe 1996 approdato alla corte di Stefano Colantuono è più motivato che mai.
Non mancano le ambizioni a livello collettivo e soprattutto personale. “Sono contento di essere qui – dichiara in conferenza stampa – questa piazza chiede e pretende tanto. Ho tanta voglia di giocare e mettermi in mostra, sarà ancora più bello per me. E poi io prima ‘d’ora non avevo mai giocato al San Nicola: Nella scelta ho pensato anche ai prossimi Europei. Punto a fare 10 gol”.
Parigini si sofferma quindi sulla sua esperienza al Chievo. E svela qualche piccolo retroscena: “Contento di aver passato sei mesi al Chievo, ringrazio tutti per l’opportunità concessami. Una società piccola, ma seria. Li forse sono stato condizionato dal modulo, sono scelte del calcio e sono stato a disposizione fino all’ultimo. Già in estate potevo venire in Puglia, ma non se ne è fatto più nulla. Alla fine l’affare è andato in porto. Di Bari mi piace l’ambizione, a me piazze cosi vanno bene. Anche a Perugia, ad esempio, l’ambiente è stato altrettanto caldo”.
Che tipo di giocatore è l’ex Chievo? “Sono nato più come esterno offensivo, nel 4-3-3 o nel 4-4-2. I giovani? Ultimamente in Italia ne stanno giocando tanti, basti pensare a Kean o a quelli dell’Atalanta. A Torino non c’è stata alcuna bocciatura da parte di Mihajlovic, coi giocatori che ci sono li avrei trovato poco spazio a disposizione. Stessa cosa se fossi andato in altri club della massima serie. La B, comunque, resta un trampolino di lancio importantissimo”.
L’esterno nativo di Moncalieri è stato inoltre allenato da due ex tecnici biancorossi. Il primo è stato Rolando Maran (2006/07, ora al Chievo), il secondo invece Andrea Camplone (2015/16, ora al Cesena). Nessuna parola con il clivense sul discorso Bari, questione invece approfondita con l’allenatore pescarese: “Con Maran – spiega – non ho avuto modo di parlare del Bari, è stato deciso tutto all’ultimo. Mi ha chiamato Camplone perché mi voleva a Cesena ma quando ha saputo di Bari mi ha comunque detto che la piazza barese avrebbe fatto al mio caso. Pertanto lo ringrazio per le belle parole spese per me. Ho avuto contatti telefonici anche con mister Colantuono, mi ha fatto sentire subito uno della squadra”.
Gioca prima di parlare